Paris Saint-Germain vs Bayern Monaco arbitrata dall’italiano Orsato, resterà sicuramente negli annali della storia.

Senza essere di parte, il pronostico era comunque abbastanza chiaro e già scritto. Infatti, la corazzata bavarese l’ha onorato, conquistando il sesto titolo – raggiungendo il Liverpool – con qualche rischio nel primo tempo ma a gioco lungo con una vittoria chiara, di quantità e anche di qualità.

Protagonista inatteso, l’ex juventino Coman, che sembrava destinato alla panchina e invece, non solo ha giocato, ma ha messo la firma sul risultato con un colpo di testa che rasenta la perfezione. Certamente è stato il migliore in campo.

Oggi è dunque toccato al Bayern l’onore del triplete, mentre la memoria torna a quello dell’Inter di dieci anni fa.
Dopo una cavalcata senza precedenti il Bayern ha collezionato undici vittorie su undici gare disputate, una squadra perfetta, che ha rifilato anche un sonoro 8 a 2 al Barcellona del pallone d’oro Lionel Messi.

Il Psg ha provato sino alla fine a ribaltare il risultato, ma senza successo. Gli è venuto meno Mbappè. Finale di classe, con tanti interpreti di qualità dall’una e dall’altra parte, al di là delle stelle annunciate. Con la palla nei piedi, si capisce, ma anche senza, segno d’intelligenza tattica dell’intera formazione, così come di un’eccellente preparazione della partita disegnata da mister Flick. Dall’altra parte, per fare un esempio, Marquinhos, uno dei tanti che negli anni la Roma ha lasciato andare, oppure Herrera. Veniamo alla partita. Nel solo primo tempo due mezze occasioni per Lewandowski tradotte in un palo e in un mezzo miracolo del portiere Navas.

Due strappi in velocità di Neymar con un miracolo tra i pali di Neuer e una lisciata di Di Maria con il suo piede peggiore, che comunque, per tutta la partita, è stato la spina nel fianco del Bayern. Anche se l’occasione più netta era stata Mbappé a divorarsela, con la porta spalancata e Neuer già steso a terra ha sulla coscienza il suo tiro debole che avrebbe portato la sua squadra al riposo in vantaggio. Poi il cambio di marcia del Bayern, culminato nei tre minuti da incorniciare di Coman. Il gol di testa, su un perfetto assist di Kimmich, il bis sfiorato su azione fotocopia e un gran pallone per Lewandowski salvato all’ultimo. Sarà un caso, ma uscito lui per Perisic e Gnabry per Coutinho, il Psg ha rimesso fuori la testa.

Purtroppo la partita oramai era andata. Non è neppure riuscito a cambiare il risultato l’ingresso ritardato di Verratti ancora convalescente. Si era capito da qualche tempo che questa era una finale nella quale chi colpisce per primo vince. E così è stato!

Il vice Direttore Ugo Vandelli Foto Getty Images

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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