Jean-Claude Juncker ha risposto alle critiche che il capo del governo italiano ha rivolto a Bruxelles nelle ultime settimane.

“Esito sempre a esprimermi con lo stesso vigore con cui il mio amico Matteo Renzi si rivolge a me, perché credo che non risolva le cose”, ha affermato Juncker, aggiungendo di non essere “per niente naif” e di voler tenere “l’irritazione, che è grande, in tasca”. “Sapete – ha aggiunto – che rispetto molto il presidente del Consiglio e che mi piace, ma ha torto nel criticare la Commissione sotto ogni punto di vista. Non capisco perché lo faccia, è da troppo tempo che non seguo i teatrini della politica interna di certi paesi”. Ma, ha aggiunto, “l’Italia non dovrebbe troppo criticare la commissione. Io accetto le critiche, non è quello il problema, ne sono anche fiero”.

Poi ha aggiunto: “abbiamo introdotto, in materia di sorveglianza dei conti pubblici, una dose accresciuta di flessibilità contro la volontà di certi stati membri e non dei meno importanti: soprattutto di quello che secondo lui domina l’insieme dell’Europa”, ha aggiunto riferendosi alla Germania. “L’Italia approfitta di tutte le flessibilità introdotte e sono stato sorpreso alla fine della presidenza italiana che Renzi abbia detto al Parlamento europeo che era stato lui ad avere introdotto la flessibilità”. In realtà, ha sottolineato, “sono stato io e non lui, anche se con il suo appoggio. E chi mi ha accompagnato nel convicere i contrari non si esprimeva solo con le lingue del sud, credetemi. Bisogna, su questo, attenersi alla realtà e alla verità”.

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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