Nel 1975 il bassista americano incontra a Miami Joe Zawinul il tastierista austriaco e fondatore della formazione dei Wheather Report, a, cui chiese di poter far parte del gruppo. Zawinul rifiutò perché aveva già un bassista, Alphonso Johnson. Nei mesi successivi i due musicisti si mantennero comunque in contatto e nel 1976, quando Johnson lasciò la formazione Jaco lo sostituì. In quell’anno in concomitanza con l’album Black Market, l’avvicendamento di musicisti portò all’ingresso della formazione del giovane bassista americano. Fu con Jaco che il gruppo raggiunse la maggiore notorietà, grazie al classico brano Birdland del quale fu uno standard nei brani del The Manhattan Transfer e tratto dall’album Heavy Wheather del 1977.

Dai concerti di quel periodo traspare la formidabile perizia tecnico – artistica del gruppo; una sezione ritmica portentosa che faceva da fondamenta per le esecuzioni del sax tenore Wayne Shorter anch’esso da poco nella formazione americana e per le esecuzioni del pianista austriaco Joe Zawinul.
Nel 1979 segui l’opera discografica del doppio long playing live 8:30, questa registrazione rese omaggio al periodo d’oro della formazione dei Wheather Report.
Il supporto di Jaco Pastirius sarebbe durato ancora per poco, lasciando il gruppo alla sperimentazioni del leader Wayne Shorter, con una interminabile serie di collaborazioni prestigiose, dal chitarrista di origine messicana Carlos Santana a Carl Anderson, fino a giungere all’epitaffio This is This del 1986, in realtà “costruito a tavolino” con brani precedentemente registrati e non inclusi negli album antecedenti, con la quale la band si congedava dando il via a vari progetti solistici, il tutto parallelamente alla triste parabola di Jaco Pastirius.

E di qui che come sempre il sassofonista americano viene fuori con la sua portentosa tecnica e la sicurezza di un suono al quanto moderno portandolo anche agli assoli più significativi di un grande sassofonista, in questo caso la scuola che ha lasciato un’altro sax tenore, John Coltrane a influito su tutti i sassofonisti moderni a partire dagli anni Sessanta fino ad arrivare ai giorni nostri. Naturalmente Jaco Pastorius fa la sua parte portando il suono del suo basso elettrico ad essere un punto importante e focale, per tutti i giovani bassisti che verranno.

Joe Zawinul dichiarò: “C’era della magia in lui, lo stesso tipo di magia che c’era in Jimi Hendrix […]”.
“[…] Cominciammo a fare il tutto esaurito nelle grandi sale da concerto, ovunque andassimo”.
Nel primo anno Jaco collaborò nell’album, Black Market, nei brani di Cannonball Adderly e Barbara Coast, composta da Pastorius, imponendo così la sua presenza nella formazione. Nell’album successivo Heavy Wheather, Jaco contribuì con due altre sue composizioni, occupandosi inoltre del mixer e registrando molte parti strutturali con il pianista Joe Zawinul. L’album vendette quattrocentomila copie, diventando disco d’oro, superando quindi il precedente Black Merket.
Jaco ottenne molto denaro e l’approvazione della critica. Intorno al 1977 iniziò per lui a fare uso frequente di droghe e alcool, perché gli venivano offerti in cambio della sua compagnia da groupies, si identificano, a partire dagli anni Sessanta le ragazze o i ragazzi che accompagnavano le Rock star in gran parte delle loro tournée e da altra gente del settore. Continuò a lavorare con il gruppo americano e nel 1978 il bassista fu nominato miglior bassista elettrico dai referendum della critica musicale e dei lettori del magazine Down Beat. “Mr. Gone, un album del gruppo dei Wheather Report, pubblicato nel settembre del 1978”. Il successivo long playing, conquistò il disco d’oro subito dopo la sua uscita.

Il matrimonio con la sua moglie Tracy fini’ nel 1978 e la custodia dei figli fu affidata alla moglie. Questo fece peggiorare le dipendenze dalla droga del bassista Jaco, che cominciò a manifestare una forma di depressione. Nel 1979, al Festival Havana Jam, Jaco alzò il volume dell’amplificatore oltre al limite e se ne andò, facendo innervosire il pubblico e i componenti della band. Nacquero ostilità all’interno della formazione nei confronti del bassista americano perché episodi del genere divennero sempre più frequenti. Sempre nello stesso anno Jaco si risposo’ con Ingrid Hornmuller.

In seguito realizzò con i Weather Report, l’opera discografica 8:30 un doppio album, che contenevano registrazioni del recente tour mondiale.
Jaco in questa occasione si presentò alla prima settimana di prove ma, secondo il sassofonista tenore Michael Breacker, nonostante la situazione le sue prestazioni erano arrivate all’apice della sua carriera.

All’inizio del 1980 i Wheather Report realizzarono l’album Night Passage. Zawinul Considerava il brano, Three Views of a Secret, il miglior brano mai composto da Jaco Pastoirus. In questo periodo peggiorarono i rapporti con la seconda moglie: Jaco divenne possessivo e le sue dipendenze da droghe e alcool aumentarono.
Durante il tour in Giappone a malapena riuscì a suonare. Ricevette in questo periodo un contratto discografico con La label Warner Bros. per un’opera discografica dal titolo Word of Mouth. Venne affiancato dell’ingegnere del suono Peter Yianilos. Jaco affrontò un rigido orario di lavoro con I collaboratori, i musicisti Jack DeJohnnette, Michael Breacker e Herbie Hancock.

Il long playing uscì nell’estate del 1981e venne acclamato dalla critica musicale positivamente, vincendo il titolo del Golden Disc Awards Japan, come miglior disco jazzdell’anno. Nonostante questo successo, il suo ruolo nei Weather Report si era ridotto notevolmente e il rapporto con Joe Zawinul il pianista austriaco era degenerato così nel 1982 Jaco lasciò il gruppo è venne sostituito dal bassista elettrico Victor Baley. Per la festa del suo trentesimo compleanno Jaco riunì tutti i componenti che avevano partecipato alla realizzazione del suo ultimo lavoro discografico da solista Word of Mouth, questo evento informale segnò il debutto formale nel 1982 al Savoy Theatre: fu un successo e la band decise di iniziare un tour in Giappone. In questo periodo il bassista americano venne nominato miglior bassista elettrico jazz dai lettori della rivista Guitar Player e artista dell’anno dal Swing Journal.

Con la nascita di due gemelli dalla sua moglie Igrid, la salute mentale di Jaco peggioro’ notevolmente. Si rifiutò di andare in un centro per disintossicazione e le sue esibizioni diventerò sempre più scadenti. La formazione subì notevoli sconvolgimenti e nel 1983 la Warner Records, preoccupata per le condizioni di salute di Jaco Pastorius, sciolse il contratto. Nel 1984 si Playboy Jazz Festival Jaco alzò di nuovo il volume lo fece anche con la formazione dei Wheather Report dell’amplificatore suonando Note fuori dall’armonia: gli altri componenti della band abbandonarono il palco lasciando Jaco a suonare da solo. Bill Cosby, l’allora presidente dell’avvenimento, interruppe il concerto. Il bassista in seguito a quell’episodio sciolse la band, in questi anni di crisi Jaco si recò a New York City dove per esibirsi conservò il nome della vecchia band Word of Mouth Big Band, anche se la formazione era completamente diversa e variava da sera a sera.

Il comportamento è le condizioni mentali del bassista americano peggiorarono notevolmente anche a causa dei debiti generati dalla dipendenza da droghe e alcool.
Venne sfrattato da casa e interruppe l’attività musicale. Nel 1985 riuscì comunque a partecipare alla realizzazione di un video didattico sull’utilizzo del basso elettrico intitolato Modern Electric Bass, grazie anche al fatto che fu ospitato qualche giorno in un albergo: ciò gli permise di stare lontano dai vizi. Tuttavia poche settimane dopo Jaco ricadde ancora nel baratro delle dipendenze. Cominciò a mendicare e a molestare i passanti presso la cittadina di Fort Lauderdale, così venne portato al reparto di psichiatria del centro Bellevue Hospital.

Venne dimesso nel settembre del 1986 dopo sei settimane di ricovero.
Una volta uscito ebbe un periodo di ripresa e partecipò a vari tour tra cui quello in Europa, ma la morte dell’amico di liceo Alex Sadkin in un incidente automobilistico lo riportò in crisi. La morte del bassista americano fu assurda da un lato, la sera dell’11 settembre del 1987 Pastoirus si trovava al Sunrise Munic Theatre di Fort Lauderdale al concerto dell’amico Carlos Santana. Durante l’esibizione del suo collega Alphonso Johnson il bassista elettrico che fece parte anche lui della formazione dei Wheather Report, Pastoirus salì sul palco e sollevò la mano del musicista alla maniera degli arbitri di pugilato quando decretano il vincitore di un incontro.

Fu però accompagnato all’uscita dagli addetti alla sicurezza che non lo riconobbero. Pastorius allora si diresse al Midnight Bottle Club, un locale nella periferia della cittadina Fort Lauderdale. A causa del suo evidente stato di ebrezza gli venne negato l’ingresso nel locale da parte di un addetto alla sicurezza del locale esperto in arti marziali Luc Havan, un rifugiato vietnamita. Scoppiò una rissa e quando alle quattro del mattino arrivò ed intervenne la polizia, Jaco era steso a terra privo di sensi con il viso rivolto verso la pozza del suo stesso sangue.

Havan sostenne di aver spinto Jaco e che quest’ultimo era caduto battendo la testa. Il verbale della polizia riporta la perdita di conoscenza per un violento trauma cranico.
Fu immediatamente trasportato al Broward County General Medical Center, dove rimase in coma fino al 19 settembre, quando un importante vaso sanguigno del cervello si ruppe causandogli la morte celebrale.

Il 21 settembre i famigliari decisero di interrompere il funzionamento dei macchinari che mantenevano il corpo in vita.
Il battito duro per altre tre ore, fino alle 21:25, orario in cui venne dichiarato il decesso. Il funerale del bassista si tenne il 24 dello stesso mese a Fort Lauderdale la sua città, Havan venne accusato di percosse aggravate e pagando una cauzione di cinquantamila dollari venne rilasciato.
Certamente il nome del bassista Jaco Pastorius sarà ricordato negli annali del basso elettrico moderno. Concludendo il mio intervento sull’articolo del musicista americano, vorrei inserire due interventi di due giornalisti autorevoli, il primo Guido Festinese del quotidiano Il Manifesto e il secondo Cristiano Sanna del quotidiano Spettacoli Tiscali.

“Chissà se, oggi, avrebbe ancora i lunghi capelli che lo facevano assomigliare a un guerriero navajo. Oggi, se così fosse” era “l’alba del 1 dicembre 2021 avrebbe compiuto settant’anni. Un esplosivo cocktail di sfortuna, scelte sbagliate, sliding doors della vita se l’e’ portato via, invece a trentasei anni.
Lui era Jaco Pastirius. Professione: il più grande bassista elettrico del mondo. L’uomo che per il basso elettrico ha fatto quello che Jimi Hendrix ha indicato per i chitarristi: la via dell’immaginazione dell’impossibile, perseguita inseguendo e forzado i limiti che si hanno quando si imbraccia uno strumento relativamente “giovane” tutto da scoprire e impostare. Quando lo prese tra le mani Jaco, il basso elettrico aveva pochi decenni di vita. Era nato per le medesime motivazioni per le quali era nata la cugina di primo grado la chitarra elettrica.

Riuscire a farsi ascoltare all’interno di un’orchestra a larghi ranghi, ma perlo più il Rhythm’s and Blues dei piccoli gruppi. Per farsi sentire in un club affollato da gente festivaliera, bevitrice e potenzialmente disinteressata a quanto succedeva sul palco.
Il signor Orville Gibson, gran liutaio e padre di celebri chitarre, aveva provato ad applicare un pick up, alla fine degli anni Trenta, all’ingombrante chitarra – basso Regal, e lì ne aveva intuito le potenzialità. Il punto di snodo centrale nella storia del basso elettrico però arrivò assai più tardi quando nel ’48 Leo Fender, diretto concorrente di Gibson, concepì e poi realizzò in serie la prima chitarra elettrica solid Body, strumento precursore del mobile egocentrico Precision Bass elettrico, commercializzato nel ’52: trentaquattro pollici di lunghezza del manico, a mezza strada dunque tra una chitarra telecaster e un contrabbasso. Ci vollero altri nove anni per arrivare al Fender Jazz Bass. A quel punto la potenzialità del basso elettrico c’erano tutte, e I bassisti s’erano incuriositi per quello strumento potente e duttile, lirico e assai più comodo da usare del vecchio grande legno: mancava però ancora la sintassi espressiva del nuovo strumento[…]”.
(Testo virgolettato tratto dal quotidiano oneline il Manifesto, Jaco Pastorius, la magia spezzata articolo di Guido Festinese – edizione del 27/11/2021, pubblicato il 28/11/2021 alle ore 22:54).

“Era il più grande di tutti. Lo puoi chiedere a chiunque se ne intenda, non sono frasi fatte, parole dette così, perché sono di pronto uso. È stato il più grande di tutti perché nessuno prima di lui aveva fatto qualcosa del genere, in maniera così eccellente e unica. Capace di influenzare generazioni di musicisti. Di più: Jaco Pastorius ha definitivamente trasformato uno strumento fondamentale ma sempre un po’ sottovalutato e in ombra, il basso elettrico, in qualcosa di spettacolare per uso, portamento, suono, tecnica […]”.

“[…] A razzo verso la gloria.
In breve tempo, Jaco diventò il bassista che tutti volevano sul palco.
Non solo per la tecnica abbagliante e innovativa, per il suono inconfondibile, ma anche per l’attitudine in concerto. Era un ragazzo snello, atletico, con lunghi capelli e un aspetto al contempo nordico ed esotico, e mentre suonava ballava, trasformava i suoi assoli in numeri coreografici, imitava il modo di ballare di James Brown, senza perdere una nota e andare mai fuori tempo. Da Pat Metheny a Paul Blay a Joni Mitchell, gli ingaggi di livello arrivarono velocemente, fino all’incontro della vita.
Quello con Joe Zawinul, fondatore dei Wheather Report, capace di portare un musica sofisticata come il jazz rock (poi fusion) al grande pubblico.
Questo ragazzotto all’allampanato della Florida ebbe il coraggio di dire a Zawinul che lui era il più grande bassista del mondo e che aveva idea di come migliorare un gruppo di tutte stelle. Fu mandato al diavolo, ma si rifece durante il provino. E divenne una superstar.

Un’icona, come Che Guevara sulle magliette o come la Marilyn reivventata, in stile pop art da Wharhol. Gli anni Settanta e buona parte degli anni Ottanta furono quelli dello splendore di Pastoirus, fra i Weather Report, i tour solistici, le collaborazioni di alto livello e la fondazione della grande orchestra Word of Mouth Big Band.

A cura di Alessandro Poletti – Foto Getty Ymage

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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