IVAN-ZAZZARONI
Ho stropicciato a lungo i vecchi “Forza Cesena” andando a ritroso negli anni, quasi trenta. Più volte, agli inizi della tua carriera, sollecitato dal direttore Dionigio Dionigi, caro Ivan ti sei cimentato a virgolettare l’Epopea del Cesena calcio, come se per te fosse una seconda casa dopo Bologna, capoluogo regionale che ti ha visto nascere già con la chioma del sapientone o come si usa oggi dire con termini più signorili, opinionista. A parte la tua Juventus che è nel cuore anche del nostro amico comune Italo Cucci, i colori rossoblù delle due torri, nel tuo dna non hai altre squadre che ti fanno sprigionare simpatia calcistica. Io di capelli non ne ho quasi più, tu dal biondo alla Bonini, hai mantenuto la tua chioma, ora grigia.
Passare dalla carta stampata alle reti Tv, ti va riconosciuto, è stato merito tutto tuo; lasciamo stare i soliti gufi che parlano di spintarelle.
Giornalisti, come insegnava mio padre si nasce, il mestiere è tosto, ma allo stesso tempo deve essere equilibrato e non di partigianeria. I miei ragazzi patrocinanti da un po’ di tempo mi solleticano, rimbrottano in redazione perchè, troppo spesso poni (per non dire giudichi) la squadra del Cavalluccio senza nervo, corsa, spirito di gruppo e in modo particolare senza qualità tecniche individuali. Avrai le tue buone ragioni per manifestare pubblicamente queste opinioni, ma consentimi, non sono d’accordo con la tua disamina e non ti riconosco più.
Come sai, anch’io sono un po’ figlio di quella Bologna che non esiste più, mi riferisco ai portici intaccati dallo smog, alle salumerie disperse nel nulla, alla stretta di mano, alla Capannina di Paolo Pazzaglia su nei colli sopra i giardini Margherita come fosse per incanto il gemello di Gianni Fabbri del Paradiso di Covignano di Rimini.
Lo sono un po’ figlio di Bologna, perchè papà ha vissuto in gioventù la miseria del dopoguerra a San Lazzaro di Savena dentro il collegio di Padre Marella un Santo uomo che raccoglieva gli orfani, fino a ricoprire un ruolo importante negli anni ottanta nei quadri societari della tua squadra del cuore, appunto il Bologna. Credo, penso di non sbagliarmi che anche tu, ti senti un po’ figlio di Cesena, della Romagna solatia, quantomeno per aver visto crescere la Fiorita e per aver scritto su Marco Pantani parole dolci, d’amore, di romanticismo reale, al quale noi nostalgici ancora crediamo. Sappi che io tifo Cesena solo per il fatto che la maglia l’ho indossata ai tempi di Dino Manuzzi; e, forse, per questo, tu penserai che sono di parte.
Adesso che arrivo a prenderti con soffio di vento ti dico no, non lo sono, quando esamino il calcio, non lo sono mai stato, non lo sarò mai.
Il Cesena di Domenico Di Carlo è una “Signorina” squadra, non dico “Signora” in quanto sai benissimo che in Italia ne esiste solo una! I bianconeri di Romagna, hanno però qualità tecniche individuali importanti; e, sai perchè, semplicemente per un motivo: non potresti costruire una squadra che ha appetito di salvare la categoria.
Non posso immaginare che tu, non veda, non riconosca in Brienza, Defrel, Mudingay (che descrivevi come il nervo del centrocampo quando vestiva la giubba rossoblu’), Rodriguez, Renzetti, Giorgi, Perico, Pulzetti, Leali, De Feudis, etc, calciatori che in qualsiasi momento possano inventare una stretegia vincente.
Contro l’Inter l’unica formazione che doveva vincere quella partita era solo il Cesena e lascio alle spalle due rigori sacrosanti che Gervasoni ha dimenticato nella sua borraccia di “stravecchio”. Il Cesena, l’ho pizzicato anch’io non credere, ma sotto l’aspetto psicologico, non per le gambe, perchè ho sempre creduto nelle qualità individuali dei ragazzi. Ora, stanno emergendo anche gli schemi innovativi di Mimmo e sono pronto a scommettere che questo gruppo si salverà.
Ti invito, come ai tempi antichi e belli, di venire all’Orogel Stadium-Dino Manuzzi solo per gustarti una partita di alto spessore, non per applaudire gli eredi del Conte Rognoni e ancor meno per fare un inchino ai 13.000 abbonati, che di calcio ne sanno più di noi! Vieni a vedere vincere il Cesena, quello che stava quasi facendo lo sgambetto alla tua Juve e per riuscirci occorrono qualità innate! Lo sai meglio di me avendo due anni in più…, ma lasciami passare questa opinione!

Il Direttore Editoriale Carlo Costantini – Foto Archivio

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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