Dal nostro Paese arriva un “no” forte e chiaro: quello relativo al traffico d’avorio.

Ogni anno, in Africa, vengono massacrati oltre 35mila elefanti per le pregiate zanne, ma non solo; rimangono infatti uccise o ferite centinaia di persone negli scontri tra forze dell’ordine e cacciatori di frodo, e in migliaia vengono incarcerati o spinti verso altre forme di crimine.

Una tonnellata di avorio confiscato sarĂ  distrutta nel primo “Ivory crush” in Italia, giovedì al circo Massimo a Roma, e si andrĂ  ad aggiungere alle oltre 60 tonnellate polverizzate negli ultimi cinque anni in altri Paesi del mondo, da quelli africani come Kenia, Gabon, Congo, Mozambico, Ciad ed Etiopia, agli Usa, alle Filippine, ad Hong Kong, alla Cina, a Francia e Belgio.

Gli organizzatori dell’evento hanno collaborato insieme al ministero per l’Ambiente, con il sottosegretario Barbara Degani, unitamente alla Ong Elephant Action League, in collaborazione con il Ministero delle Politiche Agricole e Forestali, con l’ufficio italiano Cites (Convenzione di Washington sul commercio internazionale delle specie di fauna e flora minacciate di estinzione), e con il Corpo Forestale dello Stato. Tutti uniti per “inviare un chiaro messaggio: che l’Italia non tollera il traffico illegale di avorio e che si impegna nella protezione degli elefanti e delle comunitĂ  locali africane sfruttate da network internazionali di criminali e trafficanti”.

All’inizio del XIX secolo, in Africa vivevano circa 25 milioni di elefanti e un secolo dopo ne erano rimasti solo 5 milioni, hanno ricordato gli organizzatori, rilevando che oggi, in tutto il continente africano, si stima rimangono circa 350.000 elefanti. Con un tasso di 35.000 elefanti uccisi ogni anno, la loro fine è dietro l’angolo.

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui