Avrà ragione Cannavaro, quando dice che il Bernabeu mette paura solo ai deboli? Può essere che sia davvero così, ma questo lo scopriremo tra poche ore, quando l’Italia di Ventura si giocherà il pass diretto per Russia 2018 proprio al Bernabeu, contro le Furie Rosse, che magari non saranno più quelle di un decennio fa, ma sono pur sempre una delle migliori Nazionali al Mondo.

Quella tra Spagna ed Italia è una rivalità storica e non depone a nostro favore il fatto che non vinciamo in terra iberica dal 27 marzo 1949, i tempi del Grande Torino (quella fu l’ultima partita dei granata in Nazionale prima della tragedia di Superga), un 3-1 allo Stadio Chamartin di Madrid, cui sono seguiti solo sconfitte e qualche pareggio.

Quante possibilità hanno gli azzurri di vincere in terra di Spagna, ripetendo così la vittoria di Euro 2016? Difficile a dirsi, anche perché le due Nazionali sono cambiate parecchio rispetto all’Europeo (undici cambi per entrambe rispetto a quelli di Francia) ed il rinnovamento ha sicuramente portato miglioramenti per entrambe.

Gli spagnoli erano infatti alla fine di un ciclo, anche se le colonne rimangono quasi tutte le stesse, mentre c’è da dire che i nuovi arrivati hanno portato entusiasmo ed elevato il tasso tecnico di una formazione che nelle seconde linee non aveva la conosciuta qualità iberica.

Discorso analogo lo si può fare, a mio modesto parere, per gli azzurri, Ventura ha infatti inserito alcuni dei giovani emergenti del nostro campionato e certamente elevato il tasso tecnico e qualitativo della formazione; consideriamo poi la definitiva maturazione di ragazzi che in Nazionale già erano presenti, con Insigne ed Immobile su tutti.

Quale sarà il modulo e chi formerà l’undici inizialmente in campo, è poi davvero così importante? Parliamo sempre di carattere e determinazione e senza di essi si può pensare di scendere in campo per vincere? Magari affrontando San Marino o Andorra (con tutto il rispetto) bastano quattro calci al pallone, ma contro la Spagna?

Ho sentito qualcuno, nella conferenza stampa di ieri, stuzzicare Ventura e chiedergli se questa è finalmente la prima vera Nazionale del dopo Conte, con strabuzzamento di occhi del CT ed il ricordo, da parte dello stesso, del percorso sin qui disputato, con schemi e giocatori cambiati totalmente rispetto alla precedente gestione, oltre a sottolineare come l’Italia sia in classifica appaiata alla Spagna, certamente più esperta e considerata (a torto o a ragione) superiore.

Il problema italiano è che Conte (bravissimo allenatore, forse più adatto ad un club che alla Nazionale) ha saputo vendersi molto meglio di Ventura, facendo risaltare anche grazie ad una stampa schierata dalla sua parte, una formazione dal gioco mediocre, molto più dei suoi effettivi valori, tanto che, appena prospettatasi l’opportunità, il buon Antonio ha fatto i bagagli per una destinazione di grande fascino e, cosa non secondaria, tutt’altra remunerazione!

Che poi Conte abbia vinto il Campionato inglese, sottolinea ancor di più la convinzione espressa poche righe sopra, mentre le scelte dei convocati per Francia 2016 avevano lasciato parecchi dubbi e le solite polemiche; così come è da sottolineare la capacità intuitiva dell’ex CT, bravo ad andarsene quando le cose potrebbero peggiorare o non viene accontentato nelle sue richieste; probabile che Ventura sia stato fortunato per la crescita di Belotti, Spinazzola, Conti, ma davvero non c’era di meglio dei bianconeri Ogbonna, Zaza e Sturaro, o del “signor” Pellè, da portare all’europeo?

In ogni caso, e pareri identici o discordanti sull’argomento, Conte non c’è più e stasera vedremo se la Nazionale di Ventura saprà staccare il biglietto diretto per la Russia o dovrà provarci con gli spareggi, possibilità comunque presa in considerazione in di sorteggi; l’Italia è oggi un mix di esperienza e gioventù, con giocatori importanti (anche se definirli tutti fuoriclasse è un tantino esagerato) in grado di dire la loro contro chiunque e meritevoli di fiducia, perché la Spagna è forte e gioca in casa, ma prima o poi anche i numeri e le statistiche vanno aggiornati e chissà che non sia ora di vincere nuovamente in retta iberica dopo il 1949!

Il direttore Maurizio Vigliani

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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