Calano le vendite. A marzo 2022 l’Istat stima un calo congiunturale per le vendite al dettaglio dello 0,5% in valore e dello 0,6% in volume. A rilevarlo è l’Istat che sottolinea come, invece, su base tendenziale le vendite al dettaglio aumentano del 5,6% in valore e del 2,5% in volume.

Sono in crescita le vendite dei beni non alimentari (+11,6% in valore e +10,4% in volume) mentre quelle dei beni alimentari registrano un calo sia in valore (-0,5%) che in volume (-6,0%).

Il valore delle vendite al dettaglio su marzo 2021 cresce per la grande distribuzione (+4,6%), le imprese operanti su piccole superfici (+7,7%) mentre è in calo il commercio elettronico (-3,9%).

Rispetto a febbraio – sottolinea l’Istat – sono in diminuzione le vendite dei beni non alimentari (-0,8% in valore e -0,7% in volume) mentre quelle dei beni alimentari sono stazionarie in valore e diminuiscono in volume (-0,6%).

I dati risentono dell’andamento dell’inflazione. Nel primo trimestre 2022, le vendite al dettaglio crescono in valore (+0,2%) e calano in volume (-0,8%). Anche in questo caso diminuiscono le vendite dei beni non alimentari (-0,2% in valore e in volume), mentre quelle dei beni alimentari aumentano in valore (+0,5%) e calano in volume (-1,4%).

Su base tendenziale, a marzo 2022, al fronte di un aumento delle vendite al dettaglio del 5,6% in valore e del 2,5% in volume crescono le vendite dei beni non alimentari (+11,6% in valore e +10,4% in volume), mentre quelle dei beni alimentari registrano una diminuzione in valore (-0,5%) e, in modo più marcato, in volume (-6,0%).

Tra i beni non alimentari, si registra una crescita tendenziale per tutti i gruppi di prodotti a eccezione di dotazioni per l’informatica, telecomunicazioni e telefonia (-0,5%) dopo la crescita registrata in questi anni a causa della pandemia.

Gli aumenti maggiori riguardano calzature, articoli in cuoio e da viaggio (+24,6%), mobili, articoli tessili, arredamento (+20,9%) e abbigliamento e pellicceria (+20,5%), settori che invece avevano sofferto a causa delle restrizioni.

“Nei primi tre mesi di quest’anno – commenta l’Istat – si assiste a un calo congiunturale sia del valore sia dei volumi delle vendite dei beni non alimentari, dopo quattro trimestri consecutivi di crescita”.

“Per i beni alimentari si registra un aumento – precisa l’Istat -, dovuto esclusivamente alla dinamica dei prezzi; anche per questo aggregato i volumi sono in flessione. A marzo, in termini tendenziali, il marcato aumento per i prodotti non alimentari è influenzato dal confronto con i bassi livelli di marzo 2021, quando molti esercizi specializzati hanno sperimentato limitazioni nelle aperture in connessione con l’emergenza sanitaria”.

“Il settore alimentare segna, invece, un calo lieve in valore e più consistente in volume. Tra le forme distributive, a marzo si registra una flessione per le vendite on-line”, conclude l’Istituto nazionale di Statistica.

A cura di Renato Lolli – Foto Imagoeconomica

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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