Nel 2021 le famiglie in povertà assoluta in Italia sono il 7,5% del totale, in lieve calo rispetto al 7,7% del 2020. Lo rileva l’Istat spiegando che per quanto riguarda invece gli individui in povertà assoluta, sono 5,6 milioni – il 9,4% del totale: come lo scorso anno – “Senza la crescita dei prezzi al consumo registrata nel 2021 (+1,9%) – sottolinea l’Istituto – l’incidenza di povertà assoluta sarebbe stata al 7,0% a livello familiare e all’8,8% a livello individuale, in lieve calo, quindi, rispetto al 2020”.

Netta ripresa dei consumi nel 2021: +4,7%
Nel 2021 – continua l’istituto statistico – si è registrata una marcata ripresa della spesa per i consumi delle famiglie: la spesa media mensile era cresciuta del 4,7% con evidenti differenze tra le famiglie più abbienti (+6,2%) e quelle meno abbienti (+1,7%). La spesa media mensile delle famiglie è di 2.439 euro.

Dati che occorre leggere ormai al passato, perchè la fotografia dell’Istat è relativa all’anno scorso, il 2021, dove c’era stata una ripresa netta dell’economia del paese con un +6,6% netto sul Pil. Questo quindi, prima dei rincari su gasolio e gas e sulle bollette (iniziati nel Dicembre scorso), e che ovviamente non può tener conto delle conseguenze della crisi in atto derivante dal conflitto in Ucraina.

A livello territoriale il gap resta elevato e si allarga: nel Mezzogiorno – dove le persone povere sono 195mila in più rispetto al 2020 – si confermano le incidenze di povertà più elevate: il 12,1% per gli individui, il 10,0% per le famiglie. Mentre al Nord si registra un miglioramento a livello sia familiare – dal 7,6% del 2020 al 6,7% del 2021 – sia individuale: che passa dal 9,3% all’8,2%.

A cura di Renato Lolli – Foto Imagoeconomica

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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