“A ovest della Norvegia si trova un’isola chiamata Islanda, circondata dal vasto Oceano. È questo un luogo difficile da abitare, ma che merita di essere menzionato per il verificarsi di fatti prodigiosi e inauditi, che sembrano sfuggire a ogni verosimiglianza. Esiste laggiù una fonte che, per maleficio della sua acqua fumante, distrugge l’essenza di qualsiasi cosa. Ogni oggetto che venga investito dalle sue esalazioni vaporose viene sicuramente trasformato in solida pietra.

Non saprei dire se questo fenomeno sia più pericoloso o stupefacente: queste proprietà solidificanti sono talmente attive nella sua acqua che qualsiasi cosa si avvicini e venga immersa nel suo vapore fumante viene subito trasformata in pietra, assumendone tutte le caratteristiche e mantenendo soltanto l’aspetto esteriore che aveva prima.

Nella stessa località, sono state segnalate molte altre sorgenti che in certi momenti, si gonfiano enormemente d’acqua, e quando le loro cavità sotterranee sono strapiene emettono getti frequenti verso l’alto; in altri momenti, quando queste emissioni sono inattive, vengono assorbite in profonde e remote cavità nascoste della terra, in modo da restare appena visibili al livello del suolo. Perciò avviene che, quando l’acqua viene espulsa, bagnano di biancore spumeggiante ogni cosa che si trovi nelle vicinanze, mentre, una volta scomparso il getto, non sono identificabili nemmeno dalla vista più acuta”.

Così descriveva l’Islanda, nel “lontano” 1200 lo storico medievale danese Saxo Grammaticus. A distanza di quasi un millennio, potremmo usare le sue stesse parole per descrivere questa meravigliosa e fantastica terra dai paesaggi mozzafiato, in cui Madre Natura sembra aver dato davvero il meglio di sé, permettendo l’armoniosa coesistenza e la sublime espressione di tutti i quattro elementi: acqua, aria, terra, fuoco. Un’armonia tale da garantire la percezione dell’immensità infinita di Dio.

Isola di circa centomila chilometri quadrati, l’Islanda è abitata da soli trecentoventimila abitanti, per la maggior parte condensati nella sua capitale Reykiavic, fuori dalla quale è evento quasi raro incontrare persone, case, aziende; percorrendo la “strada 1” chiamata Hringvegur, l’unica strada principale che fa il giro dell’isola, il vero incontro non avviene infatti con le persone, ma con i luoghi e con sé stessi, ricongiungendosi alla propria natura, mentre si prova quella sensazione di appartenere in pienezza e in totalità all’Universo.

La strada più conosciuta e battuta all’interno dell’Islanda è la Pista Kjolur, un percorso di circa 200 chilometri di strada sterrata che percorre l’isola dalla Cascata Gulfoss al sud fin quasi ad Akureyri al nord. Se le condizioni meteo non sono favorevoli, la sua percorrenza è difficile e perciò sconsigliata. Ma alla vista, appare un paesaggio così surreale, a tratti cupo e forse per questo affascinante, un paesaggio quasi lunare, tant’è che qui si esercitano gli astronauti prima di partire per le loro spedizioni.

All’interno dell’isola maestose e spettacolari cascate coinvolgono il turista tra giochi d’acqua e leggende: la Godafoss, ad esempio, tradotto “Cascata degli dei”, pare essere così chiamata perché nell’anno Mille, quando il Parlamento ufficializzò la fede alla religione cristiana, vi vennero gettate tutte le statue degli dei precedentemente adorati.

La vera magia di questa terra però si esprime nella “forza degli opposti”, acqua e fuoco: in Islanda, isola vulcanica per origine, sorge infatti il ghiacciaio più grande d’Europa. Si tratta del ghiacciaio Vatnajokull, che ha una superficie di circa 8400 chilometri quadrati e una calotta spessa fino ad un chilometro, sotto la quale si trovano diversi vulcani attivi che, se pur raramente, eruttano dando uno spettacolo unico al mondo. Altra suggestione che regala la coesistenza di questi due elementi deriva dai geyser di Geysir nella valle di Havkadalur, fiotti d’acqua bollente che arrivano fino a 60 metri di altezza proprio grazie alle spinte provenienti dal centro infuocato della terra.

Infine, “lassù al centro del mondo”, a venti chilometri dal Circolo Polare Artico, al largo del porto della piccola cittadina di Husalik, lo spettacolo della natura si completa con la danza di meravigliose balene, da assaporare, assolutamente, en plein air.

Grazie quindi a questa terra, e a quanti la rispettano e se ne prendono cura; terra che ci permette di sperimentare il senso di appartenenza e di unione con l’Uno Universale, riscoprendo emozioni e sensazioni sopite, tra cui la gratitudine: sarà inevitabile rendere grazie a Madre Natura per tanta bellezza, tanta potenza, tanta maestosità.

A cura di Sara Patron – Foto Imagoeconomica

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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