La legge di questi “grandi e veri uomini” (almeno così loro si reputano) recita: “Le donne sorprese a capo scoperto saranno perseguite e condannate tra l’altro ad essere private dei servizi sociali. Chi sarà sorpresa con i capelli al vento dovrà anche pagare una multa, le sarà vietato di lasciare il Paese e non potrà usare i social network“.
Mettiamo in luce un altro grave fatto, avvenuto in IRAN, nella prima quindicina del giugno scorso, in concomitanza
dell’anniversario dell’assassinio di Mahsa Amini, conseguente il suo arresto da parte della polizia morale nel 2022.
Ricordiamo per la cronaca che Amini, 22 anni, una studentessa, di soli 22 anni, curdo-iraniana, era stata arrestata in quanto secondo le dichiarazioni della “polizia” indossava in modo non conforme l’hijab, il velo islamico, e la sua sorte scatenò proteste e manifestazioni durate mesi in tutto lo Stato, quale “vera sfida” contro l’autorità della Repubblica islamica. La rivolta venne schiacciata nel sangue e si riscontrarono oltre 600 vittime e più di 20 mila arresti, una repressione che ancora oggi continua!
Martedì 6 agosto 2024
Sui social è stato proposto un video, come anticipato, del giugno scorso, relativo a due ragazzine adolescenti senza velo che passeggiavano in una strada nel nord di Teheran. Si vede in modo chiaro che un furgone della polizia si ferma e che gli ufficiali addetti a tele controllo scendono precipitosamente, strattonano le “colpevoli di tale reato” e le obbligano salire sul mezzo. Una delle due fa resistenza ma dopo averla pestata la caricano sul furgone e partono a tutta velocità.
Da un’intervista alla madre della ragazzina 14nne, Nafas Haji Sharif, emerge la sua dichiarazione: “Gli ufficiali hanno sbattuto la sua testa contro un palo della luce e, dopo averla con la forza messa nel furgone, hanno continuato a picchiarla… Ho trovato mia figlia con il viso ammaccato, le labbra gonfie, il collo con i lividi, i vestiti strappati e riusciva a malapena a parlare. Aveva anche gli occhi chiusi per il pianto“.
L’avvocato che rappresenta le 2 ragazze, Reza Shafakhah, tramite il social X ha informato il Giudice che gli ufficiali non avevano basi legali per trattenerle, ma il Giudice ha subito replicato che non si trattava di un arresto, ma di un invito alla stazione di polizia per scopi amministrativi. L’Avvocato allora ha postato il video con il suo commento: “Il video qui sotto illustra come gli ufficiali emettono questi cosiddetti inviti“.
Un giornalista iraniano, a supporto dell’Avvocato, sempre sul social X ha sottolineato: “Quanto accaduto non fa che piantare i semi dell’odio che possono solo sfociare in ribellione e rabbia“.
Da canto suo, il Governo iraniano ha intensificato i controlli finalizzati al massimo rispetto delle norme sull’hijab, creando così un’ulteriore reazione del mondo femminile che ha portato altre violente repressioni contro le donne. Nonostante la legge sull’obbligatorietà del velo, argomento oggetto di lunghi dibattiti elettorali i candidati hanno concordato che la violenza non è certo il metodo più idoneo per far rispettare tale normativa ma, solo parole, in quanto nulla è cambiato, tanto è vero che in molti hanno chiesto al Presidente Masoud Pezeshkian di mantenere quanto promesso durante la campagna elettorale.
Significativo quanto un utente del social X ha scritto a questi “grandi e veri uomini”: “Non avete il coraggio di attaccare Israele, ma avete il coraggio di attaccare una ragazza”.
Ancora più forte e diretta la dichiarazione della madre: “È ancora una bambina, questa è brutalità“.
A cura di Pier Luigi Cignoli – Foto ImagoEconomica