MANIFESTAZIONE CGIL MOBILITAZIONE NAZIONALE DELLA CGIL PER CAMBIARE IL SISTEMA PREVIDENZIALE, PER SOSTENERE SVILUPPO E OCCUPAZIONE, PER GARANTIRE FUTURO AI GIOVANI PENSIONI MANIFESTANTE MANIFESTANTI PROTESTA CORTEO

Si surriscalda il dibattito in atto sulla previdenza anche se al momento una vera e nuova riforma non è nell’agenda del Governo Draghi. A fine anno si conclude la sperimentazione di Quota 100 (almeno 62 anni di età e 38 di contributi per l’uscita anticipata dal lavoro) e il pensionamento di vecchiaia a 67 anni tornerà la via principale per l’uscita a meno che non si abbiano 42 anni e 10 mesi di contributi (41 e 10 mesi per le lavoratrici).

Il Governo valuta solo piccoli aggiustamenti come la proroga dell’Ape sociale per i lavoratori in difficoltà e l’Opzione donna insieme a un rafforzamento del contratto di espansione ma da più parti arriva la richiesta di interventi più vigorosi che evitino il cosiddetto “scalone”. In pratica infatti chi compie 62 anni nel 2022 (nato quindi nel 1960) ed ha cominciato a lavorare nel 1984 andrà in pensione nel 2027, cinque anni dopo il suo compagno di lavoro nato nel 1959 con gli stessi anni di contributi. Sempre che non si inaspriscano ulteriormente le regole.

Il presidente dell’Inps, Pasquale Tridico ha lanciato l’ipotesi di dividere la pensione in due quote anticipando solo la parte contributiva per dare la retributiva solo al compimento dei 67 anni, una proposta che limiterebbe il costo per lo Stato ma che finirebbe per avvantaggiare solo chi ha un assegno consistente o comunque altre entrate in famiglia. Tridico comunque ha proposto anche agevolazioni per i lavoratori fragili e per quelli impegnati in attività gravose oltre a un rafforzamento dell’Ape sociale.

A cura di Renato Lolli – Foto Imagoeconomica

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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