Una sventola mancina da fuori area di Calderoni, nel secondo di sei minuti di recupero, ha gelato il Milan e rovinato il debutto di Pioli in panchina. Il 2-2 finale con il Lecce, nel primo tempo apparso non all’altezza della Serie A, conferma che non sarà semplice per il nuovo allenatore rilanciare i rossoneri, incagliati a metà classifica a 6 punti dal quarto posto. Espulso nel finale, Liverani ha festeggiato in spogliatoio un punto d’oro, mentre San Siro fischiava i rossoneri, incapaci di trasformare in tre punti un’ora di dominio. Così si ridimensiona la serata brillante di Calhanoglu, che al 20′ ha segnato il vantaggio e a 9′ dalla fine con una vera prodezza ha servito servito l’assist a Piatek (entrato dalla panchina e per la prima volta a segno su azione) per il gol che aveva fatto tirare un sospiro di sollievo ai 48mila in tribuna dopo il pareggio di Babacar. Alla fine Calderoni ha mandato in visibilio i 4mila tifosi del Lecce e spento la luce del Milan, atteso da avversari ben più solidi, prima la trasferta con la Roma, poi Spal, Lazio, Juventus e Napoli.

L’Inter risponde vigorosamente al successo della Juve, poi rischia l’osso del collo lasciandosi rimontare due gol dal Sassuolo ma il pirotecnico 4-3 finale piace parzialmente allo ‘sceriffo’ Conte. La volata scudetto riprende scoppiettante con le fuggitive che si possono concentrare sulla Champions mentre aumenta il divario sulle inseguitrici dopo la super rimonta della Lazio all’Atalanta. Il Cagliari esce allo scoperto e grida la sua voglia d’Europa. Sospinta da un Nainggolan in grande spolvero (gran gol e un palo) viene a capo della tenace resistenza dello Spal e si catapulta al quinto posto scavalcando le due romane. Dopo il pari della Lazio arriva infatti anche quello della Roma che perde Cristante e Kalinic, manda in campo i claudicanti Perotti e Dzeko. Ranieri comincia con un punto alla Samp promettente ma il lavoro da fare è ancora tanto. Il Torino spreca l’ennesima occasione per fare il salto di qualità. A Udine regala un tempo ai padroni di casa che vanno meritatamente in vantaggio con Okaka, poi i granata spingono forte con Belotti ma i friulani resistono e salgono in zona tranquilla. Il Parma affonda il Genoa: al Tardini finisce 5-1 per gli emiliani. Ora la panchina di Andreazzoli è sempre più a rischio.
Sembra tutto facile il compito dell’Inter che a Reggio Emilia si gode un super Lukaku e un concentrato Lautaro che sblocca dopo 1′. Berardi trova il pari, ma la sinfonia nerazzurra è a senso unico e il Sassuolo viene travolto da Lukaku e da due rigori abbastanza netti che gli attaccanti si dividono cameratescamente. Per oltre un’ora è uno show a senso unico, poi il Sassuolo ingrana la quarta, la difesa scricchiola e alla fine i padroni di casa fanno sospirare il triplice fischio agli interisti. Per il perfezionista Conte c’è qualcosa da rivedere ma le potenzialità dell’attacco sono rassicuranti.

Una Roma sempre più incerottata saluta il suo antico maestro Ranieri chiamato al capezzale di una Sampdoria in zona retrocessione e con i suoi tifosi in rivolta contro Ferrero. Per lui un punto giusto e qualche segnale di ripresa. Fonseca in tribuna squalificato assiste alla perdita di altri titolari. Cristante si ferma dopo 8′ ed entra Pastore, a fine tempo torna ai box Kalinic e torna Dzeko con la maschera protettiva. Poco spettacolo e tanta tensione per i rispettivi problemi generano una gara spezzettata e con pochi spunti. L’ingresso di Perotti e Dzeko alza la qualità dei giallorossi che hanno qualche occasione, ma alla fine devono difendere il pari in dieci per il doppio giallo all’ingenuo Kluivert e Lopez salva su Bonazzoli.

Il Cagliari supera un nuovo esame di maturità, dà spettacolo contro la Spal ed entra ufficialmente in lotta per un posto in Europa. Squadra piena di talenti miscelati dall’esperto timoniere Maran, ritrova il suo uomo guida Nainggolan che segna un gol d’autore prende un palo, da’ la scossa ai sardi che poi si giovano dell’ingresso di Nandez. Su un errore di Floccari Faragò raddoppia e per la tenace Spal è notte fonda

Manca continuità e maturità al Torino che a Udine gioca una gara abulica e perde la quarta gara in trasferta: l’Udinese crea occasioni con Okaka, un palo di Sena, poi arriva il gol dell’ex romanista su assist di testa di Mandragora. Nella ripresa entra Zaza e il Toro parte all’attacco risolutamente, crea qualche occasione ma i tre punti dell’Udinese sono meritati

Il tunnel del Genoa è sempre più nero. Per Andreazzoli pure senza uscita. La sfida del Tardini doveva essera quella della riscossa per il tecnico ligure ed invece il Parma vince, anzi stravince e segna il destino del tecnico rossoblù. Con un finale di primo tempo micidiale, complice una difesa del Genoa da brividi, la squadra di D’Aversa si impone 5-1: un successo pesante ma strameritato, grazie soprattutto alla vena del bomber Cornelius (per lui una tripletta). Andreazzoli infatti perde su tutti i fronti: pressing, velocità, capacità di far circolare la palla. Per lui alla fine solo un leggero predominio territoriale che non significa nulla, proprio nulla, quando gli avversari in velocità riescono ad affondare nelle maglie del Genoa senza la minima resistenza

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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