In Russia è il giorno dell’ultimo saluto a Darya Dugina, figlia di Alexander Dugin, morta nell’esplosione della sua auto in un attentato, sabato notte. La funzione commemorativa, a cui hanno partecipato centinaia di persone, secondo quanto riportato dalla Bbc, si tiene presso il Centro televisivo di Ostankino, dove molti partecipanti hanno portato mazzi di fiori. “È morta per il popolo, per la Russia”, ha commentato il padre. Il ritratto della giovane, in bianco e nero, è stato esposto sulla bara aperta. Seduti accanto, il padre e la madre vestiti di nero. “Non aveva paura – ha continuato il filosofo vicino a Putin -, le ultime parole che mi ha detto: ‘Mi sento un guerriero, un eroe. Voglio diventarlo, non aspiro ad un’altra sorte. Voglio essere con il mio popolo, con il mio Paese’ ”.

Ieri il presidente russo ha firmato un decreto sull’assegnazione postuma dell’Ordine del Coraggio alla Dugina. Per l’ideologo vicino al capo del Cremlino, la morte della figlia è stata causata da “un atto di terrorismo del regime nazista ucraino” e ora, ha commentato ieri con un riferimento al conflitto in Ucraina, “abbiamo bisogno solo della vittoria”.

Kiev nega ogni responsabilità

Oleksii Danilov, segretario del Consiglio di sicurezza e difesa nazionale dell’Ucraina, ha sostenuto che l’uccisione di Darya Dugina è stata una “esecuzione perpetrata dai servizi segreti russi e l’Ucraina non ha nulla a che fare” con l’attentato che l’ha uccisa. Danilov, parlando ai microfoni della tv Channel 24, ha smentito le accuse di Mosca, che hanno puntato il dito contro Kiev. “Questa persona non ci importava davvero”, ha detto Danilov. “L’FSB (il Servizio federale per la sicurezza della Russia erede del KGB, ndr) è responsabile e ora diranno che è stato qualcuno dei nostri”, ha aggiunto il segretario del Consiglio di sicurezza ucraino. “Non siamo affatto coinvolti nell’esplosione che ha ucciso questa donna, è opera dei servizi segreti russi”, ha ribadito l’alto funzionario di Kiev.

E l’Estonia rifiuta le accuse sulla fuga della presunta killer

È “una provocazione” quanto sostenuto dai servizi segreti russi, secondo cui la presunta killer di Darya Dugina – l’ucraina Natalia Vovk – sarebbe fuggita in Estonia. Lo dice il ministro degli Esteri estone Urmas Reinsalu, citato dall’emittente Etv: “Consideriamo questo come un esempio di provocazione in una lunghissima serie di provocazioni da parte della Federazione russa, e non abbiamo altro da dire al momento”. Il capo della diplomazia di Tallinn ha sottolineato che tutto questo fa anche parte dei tentativi del Cremlino di fare pressione sull’Estonia per il suo sostegno all’Ucraina. “Perché l’Estonia ha subito i più grandi attacchi informatici” nei giorni scorsi, dopo la rimozione di un controverso monumento ai carri armati di epoca sovietica da Narva e al suo trasferimento in un museo?” ha chiesto Reinsalu. E ancora, “perché due settimane fa l’ex presidente russo ha detto che la libertà dell’Estonia è un fallimento” di Mosca? “Penso che tutti questi eventi e le diverse azioni possano essere collocati in un contesto più ampio, con lo scopo di fare pressione in vari modi sull’Estonia e su molti altri Paesi il cui sostegno all’Ucraina è stato inequivocabile” ha concluso il capo della diplomazia di Tallinn.

A cura di Elisabetta Turci – Foto Imagoeconomica

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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