Hanno raccontato di essere state sequestrate per “giorni” o “settimane” due delle ragazze sentite ieri dai pubblici ministeri di Milano nell’inchiesta su Antonio Di Fazio, l’imprenditore farmaceutico in carcere da venerdì con l’accusa di aver narcotizzato e violentato una 21enne.

A quanto si è saputo, dai verbali delle due giovani (anche una terza ieri ha parlato coi pm) emergerebbero racconti descritti come da “film dell’orrore”.  A quanto si è saputo, le tre ragazze avrebbero descritto sempre lo stesso “modus operandi” da parte di Di Fazio, ossia l’invito in azienda e a casa con l’offerta di uno stage formativo, poi i tranquillanti sciolti nelle bevande e infine gli abusi e le fotografie.

Due delle giovani, studentesse dalla vita ‘ordinaria’ alla ricerca di un impiego, hanno descritto, in particolare, di essere state tenute sotto sequestro anche per diversi giorni, addirittura “settimane“, è stato chiarito dagli inquirenti, perché erano state drogate con le benzodiazepine e versavano, poi, in uno stato di “soggezione psicologica”, perché avevano paura di quell’uomo. L’imprenditore, usando dosi massicce di tranquillanti, aveva l’obiettivo anche di cancellare tutti i loro ricordi.

Una terza ragazza, da quanto si è saputo, sarebbe riuscita a sfuggire prima dal suo aguzzino, mentre la 21enne, la cui denuncia nei mesi scorsi ha portato all’arresto quattro giorni fa dopo le indagini dei carabinieri, rimase in balia di Di Fazio dal tardo pomeriggio fino a dopo mezzanotte. Investigatori e inquirenti, nel frattempo, stanno già raccogliendo riscontri utili a confermare i racconti delle giovani, mentre altre ragazze hanno già contattato gli investigatori e sarebbero pronte anche loro a denunciare.

Si indaga anche su una presunta “rete” di complici che potrebbero aver aiutato il manager ad avvicinare le studentesse e il sospetto di chi indaga è che pure altre persone potrebbero aver preso parte agli abusi.

Il Direttore editoriale Carlo Costantini – Foto Imagoeconomica

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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