Della situazione drammatica che sta vivendo il comparto automobilistico ne parliamo ormai da più di due anni, tutto è iniziato proprio in corrispondenza dello scoppio della pandemia globale di Covid-19, che ci ha costretti in casa per mesi, senza poterci muovere e nemmeno lavorare.

Le conseguenze son presto dette: tante persone hanno perso il lavoro, le attività commerciali non considerate “di prima necessità” sono rimaste chiuse per troppo tempo e questo ha causato uno stop agli spostamenti, oltre che aver impoverito l’italiano medio: un insieme di situazioni che hanno portato il settore auto a un blocco totale, che ha toccato un calo delle immatricolazioni di nuovi veicoli mai visto prima. Ancora oggi il comparto, nonostante pian piano tutto stia tornando alla normalità, paga lo scotto di quanto successo in questi ultimi due anni.

E il Governo è intervenuto, come già fatto negli anni precedenti, con gli incentivi auto, mirati sia ad aiutare gli italiani nell’acquisto, sia le concessionarie nella vendita, e anche la riduzione delle emissioni (i mezzi che beneficiano dei maggiori bonus infatti sono sempre quelli elettrici e ibridi).

I fondi messi a disposizione da parte del Governo stanno esaurendo. Già nei primi giorni dal lancio della piattaforma apposita per la prenotazione del bonus, come avevamo visto, le richieste erano state altissime. C’è da considerare però che il denaro che sta per terminare è quello concesso a chi acquista veicoli con motorizzazioni termiche standard, mentre dei finanziamenti dedicati alle auto a zero emissioni, solo il 10% è stato prenotato. In ogni caso, come temevamo ovviamente, nemmeno questi incentivi bastano per risollevare il comparto, anzi. Nel mese di maggio si è registrato un nuovo calo delle immatricolazioni rispetto allo stesso periodo del 2021.

La crisi del mercato auto quindi non ha fine, almeno per il momento. Il calo di maggio è stato del 15,1%, quarto mese consecutivo di contrazione rispetto al 2021. Una buona notizia c’è, anche se è solo una “magra consolazione”: possiamo dire che la caduta è più lenta negli ultimi mesi, visto che i cali precedenti hanno toccato anche il 33%. Nei primi cinque mesi di quest’anno, il calo delle immatricolazioni rispetto al 2021 è stato del 24,3%. Ancora troppo, decisamente, ma in miglioramento. Sicuramente l’apertura della piattaforma per gli incentivi, come sostiene l’UNRAE, ha dato un freno alla caduta, ma non basta.

Quello che sta succedendo con gli ecobonus la dice lunga su quanto gli italiani non siano ancora pronti a una transizione energetica completa. C’è da dire infatti che il successo degli incentivi per auto elettriche (da 0 a 20 g/km di emissioni di CO2) è scarsissimo, sono stati prenotati solo circa 20 milioni di euro, e a disposizione ce ne sono in tutto 209. La vendita di auto elettriche in Italia è ferma, complici i prezzi elevati e la scarsità di infrastrutture di ricarica, che ne supportino la diffusione. Ecco il motivo per cui anche Federauto nelle ultime ore ha lamentato il fatto che ad oggi una transizione 100% elettrica è assolutamente prematura.

Michele Crisci, Presidente UNRAE, critica nuovamente l’azione del Governo, nel comunicato ufficiale che racchiude i dati di maggio 2022: “L’impianto dei sostegni contiene ancora alcune debolezze che l’UNRAE ha più volte indicato, a cominciare dalla richiesta del comparto di allungare da 180 a 300 giorni dalla firma del contratto il termine per usufruire dell’incentivo”:

Crisci lamenta la mancanza di una strategia volta a migliorare la diffusione dell’infrastruttura di ricarica per i veicoli elettrici, Nell’allegato al DEF dedicato a infrastrutture, mobilità e logistica, infatti, manca “in un documento di ben 240 pagine, qualsiasi accenno a un piano di sviluppo delle infrastrutture di ricarica per le auto elettriche, nonostante i continui auspici di tutti per una mobilità stradale a zero o bassissime emissioni”.

A cura di Renato Lolli – Foto Imagoeconomica

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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