Papa Francesco

Bergoglio è in viaggio apostolico per tre giorni in Ungheria, il quarantunesimo del Pontificato e il secondo di quest’anno, dopo quello in Repubblica Democratica del Congo e in Sud Sudan dello scorso gennaio/febbraio.

Un viaggio molto intenso, in un Paese che dista soli 166 chilometri dal confine ucraino. Durante la visita, il Pontefice affronterà temi quali il futuro del cristianesimo, l’unità in Europa, la pace in Ucraina, l’immigrazione e i rifugiati, fino alla “sfida ecologica”, cui l’Ungheria presta molta attenzione.

Fuori programma al termine della prima giornata di visita di Papa Francesco in terra ungherese. Francesco, al termine dell’incontro nella Concattedrale di Santo Stefano a Budapest con vescovi, sacerdoti, e consacrati ha voluto incontrare personalmente anche i tanti fedeli che si erano radunati nella piazza antistante al luogo di culto. Prima di rientrare nella Nunziatura apostolica, che sarà la sua residenza fino a domenica, in carrozzina ha, quindi,  stretto mani e benedetto i tanti fedeli inoltrandosi nel piazzale, circondato dalla sicurezza che ha avuto il suo da fare per contenere l’entusiasmo dei fedeli.

Al passaggio del Pontefice, molti gli si sono accalcati attorno per salutarlo e fotografarlo da vicino. Poi Francesco è risalito sulla Fiat 500L per fare rientro in Nunziatura.

“Le vocazioni calano e i preti sono pochi, spesso avanti negli anni e con qualche segno di stanchezza. Questa è una condizione comune a molte realtà europee rispetto alle quali è importante che tutti, pastori e laici, si sentano corresponsabili. Anzitutto nella preghiera, perché le risposte vengono dal Signore e non dal mondo, dal tabernacolo e non dal computer”. Così papa Francesco nel suo intervento alla Concattedrale di Santo Stefano a Budapest.

A cura di Elena Giulianelli – Foto ImagoEconomica 

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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