Scimmie in gruppo

C’è il primo caso di vaiolo delle scimmie in Italia. La notizia è stata diffusa dall’Istituto Spallanzani dove è stato identificato.

“Si tratta di un giovane adulto tornato dalle isole Canarie che si era presentato al Policlinico Umberto Primo. Il quadro clinico è risultato caratteristico e il virus è stato rapidamente identificato con tecniche molecolari e di sequenziamento genico dai campioni delle lesioni cutanee”, si legge nella nota dello Spallanzani.

“La persona è ricoverata in isolamento in discrete condizioni generali. Sono in corso indagini epidemiologiche e il tracciamento dei contatti, altri due casi sospetti in fase di accertamento”, spiega ancora l’Istituto.

Sul primo caso italiano di vaiolo delle scimmie si è espresso il ministro della Salute Roberto Speranza. “Teniamo alto il livello di attenzione grazie alla nostra rete di sorveglianza europea e nazionale”, ha detto da Berlino per la riunione dei ministri del G7.

“Proprio qui a Berlino al G7 ne ho parlato informalmente con la commissaria Stella Kyriakides e gli altri ministri”, ha concluso Speranza sottolineando che “verranno coinvolti Ecdc e Hera”.

L’Iss ha costituito una task force composta da esperti del settore ed ha contattato le reti sentinella dei centri per le infezioni sessualmente trasmesse al fine di monitorare continuamente la situazione nazionale”, ha fatto sapere l’Istituto Superiore di Sanità in una nota.

Mentre in Italia viene identificato il primo caso, anche dagli Usa arriva la prima segnalazione, e l’allarme si diffonde.

Al momento ci sono 17 casi confermati in Europa (erano 14 prima dell’annuncio di questa mattina dello Spallanzani), in particolare nel Regno Unito, in Spagna e in Portogallo. Sono allo studio altre 24 persone potenzialmente infette.

E proprio in relazione ai casi di vaiolo l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) fa sapere che “continua a monitorare da vicino la situazione in rapida evoluzione”.

Al momento, l’Oms “non raccomanda alcuna restrizione per i viaggi egli scambi commerciali con il Regno Unito sulla base delle informazioni disponibili in questo momento”.

Il virus è più comune nell’Africa Centrale e Occidentale, dove la trasmissione avviene generalmente dal contatto diretto con animali infetti.

Il virus può diffondersi anche attraverso il contatto diretto con lesioni infettive della pelle, o dalla tosse e dagli starnuti di qualcuno che presenta un’eruzione cutanea da vaiolo delle scimmie.

Fino a un caso su 10 è fatale, ma il ceppo che si sta diffondendo a livello globale è più mite e si pensa che abbia un tasso di mortalità di circa uno su 100, simile a quello di Covid-19 all’inizio della pandemia.

Un’attenzione particolare al Regno Unito, in questo momento, è rivolta dalle autorità sanitarie americane, preoccupate dai viaggi frequenti fra i due Paesi.

L’Agenzia per la sicurezza sanitaria del Regno Unito (UKHSA) ha rilevato 2 nuovi casi di vaiolo delle scimmie, uno a Londra e uno nel sud-est dell’Inghilterra. Gli ultimi casi portano a 9 il numero totale di casi di vaiolo delle scimmie confermati in Inghilterra dal 6 maggio.

Lo ha comunicato la Ukhsa in una nota, specificando che “gli ultimi 2 casi non hanno collegamenti di viaggio con un paese in cui il vaiolo delle scimmie è endemico, quindi è possibile che” i contagiati “abbiano contratto l’infezione attraverso la trasmissione nella comunità”.

La catena di trasmissione nel Regno Unito è ancora “sconosciuta”. Il Portogallo ha individuato cinque casi di virus e ne sta indagando altri 15 e tutti riguardano uomini giovani. Non è ancora chiaro come abbiano preso il virus. La Spagna sta valutando otto persone, tutti uomini omosessuali e bisessuali.

Le persone infette dal virus mostrano sintomi entro cinque e 21 giorni. Chi lo contrae può soffrire di febbre, mal di testa, dolori muscolari, mal di schiena, linfonodi ingrossati, brividi e stanchezza.

I sintomi più insoliti includono un’eruzione cutanea che spesso inizia sul viso prima di diffondersi ad altre aree del corpo.

Le infezioni sono normalmente lievi, con la maggior parte dei pazienti che guarisce entro poche settimane, ma in alcuni casi può diventare mortale con un ceppo che uccide fino al 10 per cento delle persone che infetta.

Non esiste un trattamento specifico, ma il vaccino contro il vaiolo fornisce una certa protezione.

Un vaccino, Jynneos, è stato autorizzato per prevenire le infezioni da vaiolo delle scimmie negli Stati Uniti. Il vaccino ha dimostrato di essere efficace per circa l’85 per cento nel prevenire l’infezione da vaiolo delle scimmie.

A cura di Elena Giulianelli – Foto Imagoeconomica

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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