Con un attacco in salita, una discesa vertiginosa e uno sprint bruciante Julian Alaphilippe conquista la seconda tappa del Tour de France e la maglia gialla di leader. Il francese sale al vertice della classifica generale in virtù del gioco degli abbuoni: 10” al vincitore e 5” come secondo al “point bonus” sulla vetta dell’ultima salita.

Questo l’esito della frazione con partenza e arrivo ancora a Nizza, ma con le Alpi Marittime a mettere alla prova le gambe dei corridori. Alaphilippe spodesta il norvegese Alexander Kristoff e guida con 4” di vantaggio su Yates e 7” su Hirschi. A 17” i migliori, con il colombiano Higuita 4°, davanti allo sloveno Pogačar, all’altro colombiano Chaves, a Davide Formolo, e a Egan Bernal, il colombiano vincitore del Tour 2019.

Seguono con identico distacco l’ecuadoriano Richard Carapaz, l’olandese Tom Dumoulin e lo sloveno Primož Roglic, considerato lo sfidante più agguerrito di Bernal.

Fuori classifica Fabio Aru, giunto al traguardo con 2’09” di ritardo.

La prima tappa, corsa sotto la pioggia e costellata di cadute, lascia come strascico il ritiro di tre corridori: Rafael Valls, John Degenkolb e Philippe Gilbert.
Il percorso della seconda frazione è di 186 chilometri con il Col de la Calmiane (1.500 metri) e il Col de Turini (1.607), Gran Premi della montagna di prima categoria, poi il Col d’Èze (490 metri) e il Col des Quatre Chemins (338 metri) da affrontare due volte nel finale.

Sette corridori in fuga quasi subito: lo slovacco Peter Sagan, tre volte campione del mondo, i francesi Benoît Cosnefroy e Anthony Perez, il danese Kasper Asgreen, gli austriaci Lukas Pöstlberger e Michael Gogl, il lettone Toms Skujins, e Moreno Trentin, che però abbandona dopo aver vinto lo sprint intermedio. Il vantaggio massimo dei fuggitivi arriva a 3’.

Sul Col de Colmiane, 16,3 km di ascesa, pendenza media 6,3%, il gruppo passa in vetta con 2’10” di ritardo. Sul Col de Turini, 14,9 km di lunghezza con pendenza media del 7,4%, Sagan va in difficoltà ma poi rientra, per poi cedere di nuovo assieme a Cosnefroy. Il francese però rientra prima della vetta, dove il gruppo transita con 2’20” di ritardo. Sagan non ce la fa a tenere il passo della fuga.

Tra i fuggiaschi si scatena la bagarre con Pöstlberger, Skujins e Asgreen che in discesa prendono 10” di vantaggio per essere poi riassorbiti in pianura.

Sull’attacco del Col d’Èze, termina l’avventura dei fuggitivi e si scatena la lotta per la vittoria di tappa.
Quando mancano 13 km all’arrivo, sul col des Quatre Chemins attacco di Julian Alaphilippe, ben ripresosi dalla caduta nella prima tappa. Il francese si porta dietro lo svizzero Marc Hischi. Si aggrega poi il britannico Adam Yates, che brucia gli altri al “point bonus” che gli regala 8” di abbuono (5” ad Alaphilippe e 2” a Hirschi). Il vantaggio di 15” in vetta diventa di 20” in discesa. Ai 300 metri, quando il gruppo sta rientrando, Alaphilippe rompe gli indugi e lancia lo sprint, resistendo al ritorno di Hirschi, mentre Yates, presentatosi in testa sul rettilineo, si rialza accontentandosi del terzo posto.
In virtù dell’abbuono di 10” che va al vincitore e ai 5” del bonus, il francese va a vestire la maglia gialla. A 2” Greg van Avermaet regola il gruppo.

La terza tappa porta la Grande Boucle da Nizza a Sisteron per 198 km, con tre Gpm di terza categoria e uno di quarta, e un arrivo in leggera pendenza.

Il Direttore editoriale Carlo Costantini – Foto Ansa

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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