Sono passati 38 anni, eppure quel 16 marzo del 1978 rimane una ferita aperta della storia italiana.

In via Mario Fani quella mattina, a Roma, le Brigate Rosse uccisero i componenti della scorta di Aldo Moro e sequestrarono l’esponente della Democrazia Cristiana. Dopo 55 giorni il cadavere di Moro fu ritrovato nel bagagliaio di una Renault 4 rossa in Via Caetani, nella Capitale, vicino alla sede dell’allora Partito comunista.

Proprio per quella mattina era previsto il dibattito alla Camera dei deputati ed il voto di fiducia per il quarto governo presieduto da Giulio Andreotti; era un momento di grande importanza: per la prima volta nella storia repubblicana il Partito Comunista Italiano avrebbe concorso direttamente alla maggioranza parlamentare che avrebbe sostenuto il nuovo esecutivo.

Principale artefice di questa complessa e difficoltosa manovra politica era stato il presidente della Democrazia Cristiana, il partito italiano di maggioranza relativa, l’onorevole Aldo Moro.

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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