Nella prima parte dell’articolo ho parlato di una label americana, la Blue Note Records, e i suoi protagonisti, musicisti di ottimo livello che hanno lasciato un’impronta importante nel mondo della Musica Jazz contemporanea.

Si annoverano i nomi conosciuti ancora oggi dagli appassionati di Musica Jazz, da Lee Morgan, Clifford Brown, Joe Henderson, Lou Donaldson e tanti altri.
Erano tanti gli artisti che hanno inciso per la label Blue Note Records, che andavano per così dire rivalutati, altrimenti sarebbero andati a finire nel dimenticatoio, eppure erano ottimi musicisti, anche se la droga è specialmente la cocaina era una prassi comune.

Per loro fu una devastante situazione sociale, che portò alla morte notevoli esponenti della Musica Jazz.
Le label indipendenti hanno dato un notevole contributo per fare conoscere al pubblico appassionato questo genere musicale, certamente hanno dovuto nel tempo adeguarsi al mercato discografico e allearsi con le grandi case discografiche per la distribuzione e per la pubblicità.

Come ho accennato nella prima parte del mio articolo dove ho parlato della storia della label Blue Note Records e I suoi protagonisti.
Ma vi siete chiesti per chi non è dentro o almeno curioso, cosa sono le Blue Note!
Bene le Blue Note, dette anche nella terminologia inglese, Worried Note corrisponde al IV grado inalzato ‘quarta eccedente’ della scala minore melodica. Nella scala blues, prendendo ad esempio Do, si avrà la seguente costruzione: C-EB-F-F#-G-Bb-C.

Il significato dell’aggettivo inglese Blue è connesso all’associazione tra il colore blu e un senso di tristezza tipico della musica afro-americana, così come essa era percepita dall’orecchio di uditori europei abituati alla dicotomia maggiore – minore, usata prevalentemente in matematica, filosofia e linguistica. La dicotomia è dunque la divisione di un’entità in due parti che non necessariamente si escludono dualisticamente a vicenda ma che possono essere complementari.

L’origine delle Blue Note è da ricercarsi nelle scale non temperate, sarebbe a dire il temperamento è il sistema musicale per la costruzione di una scala musicale fondato sulla suddivisione dell’ottava in intervalli tra loro uguali, utilizzate dagli schiavi afro-americanani, in particolare la scala pentatonica, scala musicale composta da cinque note, che dettero’ origine alla scala blues.

Queste note, utilizzate tipicamente in una cornice armonica di accordi maggiori, creano quell’atmosfera caratteristica del blues e della musica folk statunitense e britannica.
In questo secondo articolo parlo di un musicista che ha avuto il suo momento di gloria, questo musicista è il sax tenore Stanley Turrantine.
Tra i tanti musicisti che hanno collaborato con la label Blue Note Records, vi è il musicista sassofonista tenore, nato a Pittsburgh il 5 aprile del 1934. Grebbe in una famiglia di musicisti.

Scelse come strumento musicale il sax tenore e ne imparò la tecnica sotto la guida del padre Thomas, sassofonista anch’egli nella formazione dei Savoy Sultans di Al Coper un band leader, durante gli anni Trenta, e della madre, una pianista, il figlio assorbi’ le idee e la sensibilità del Blues che trasferì poi nelle sue esecuzioni.
Il fratello maggiore Tommy era un trombettista di talento, tanto che ebbe l’opportunità di suonare con Dizzy Gillespie, il grande trombettista, il pianista Count Basie nella sua big band, Benny Carter e Billy Eckstine. Fu proprio il fratello a introdurlo nel mondo del jazz, chiamandolo a suonare il sax tenore in un gruppo quando Stanley aveva solo 16 anni.

Nel biennio 1950 – 1951 Turrantine suonò affianco al cantante e pianista Ray Charles, nel gruppo di Lowell Fulson, poi nel 1953 il sassofonista Eric Bostic, lo chiamò nella sua formazione di Rhythm and Blues a sostituire un’altro grande sax tenore, John Coltrane e dopo aver svolto il servizio militare, il giovane sassofonista confluì nel quintetto del batterista Max Roach.

Qui fu notato da un dirigente della Blue Note Records, che lo volle nella sua scuderia, e con prestigiosa etichetta il sassofonista Turrantine si trasferì a Philadelphia – dove registrò diversi album, a partire da Back at the Chicken, Shack e Midnight Special, entrambi nel quartetto capitanato dall’organista Jimmy Smith e Look Out! come leader supportato dalla sezione ritmica formata da Horace Perlam al pianoforte, George Tucker al contrabbasso e al batterista Al Horewood.
Turrantine aveva iniziato a incidere dischi da solista nel 1959, con un contratto per la storica label Blue Note Records, fino alla fine degli anni Sessanta il sassofonista americano pubblicherà varie opere discografiche fino alla fine del decennio.

Solo all’inizio degli anni Settanta decide di cambiare casa discografica e Turrantine firma un contratto con la label CTI Records, con cui produsse la sua prima opera discografica con la nuova etichetta di maggior successo, Sugar, che lo vedeva accompagnato dal chitarrista George Benson, dal contrabbassista Ron Carter, dal trombettista Freddie Hubbard e dal pianista Lonnie Liston Smith.

Nel 1974 pubblica l’opera discografica Piaces of Dream, che fu nominata dalla rivista Billboard album jazz dell’anno.
Nel 1960, inoltre, Turrantine sposò l’organista Shirley Scott, con la quale si ritrovò spesso a collaborare in registrazioni in studio. Per tutto il decennio fino al 1969, il musicista registrò prevalentemente con la label americana, venendo a contatto con i tanti musicisti fra i quali Oliver Nelson, Duke Person, Thad Jones, Cedar Walton Tyner e Sonny Clark. Gli anni Settanta lo videro virare verso un simile di ascolto meno complesso negli arrangiamenti e più da ascolto, Fusion , che caratterizzarono cosi le sue produzioni meno convincenti, e questa svolta fece storcere il naso a molti puristi del jazz.

Vi è anche da dire che negli anni Settanta, si affermò un nuovo stile musicale, chiamato Disco Music.
Questo ciclo si ripeteva ogni decennio, nella musica jazz negli anni trenta e Quaranta vi erano le Big Band con lo Swing, poi negli anni Cinquanta il Cool Jazz il Be-Bop e l’Hard Bop.

Fu nel decennio degli anni Cinquanta che portò uno stile Chiamato Rock, a questo punto i musicisti afro americani dovettero adeguarsi di nuovo per fondare un genere musicale che venne chiamato Hard Bop, una funzione di musica che prendeva i ritmi del rock e i ritmi del Blues, questo nuovo ritmo era molto veloce e naturalmente vennero fuori molte formazioni formate dalla sezione fiati, che con I loro riff, accentuarono i loro arrangiamenti.
Poi negli anni Settanta arrivò un genere musicale anch’esso ballabile, la Disco Music.

Nata dal Funk, Soul, Musica latina e Musica, Psichedelica con elementi Swing. Il termine è derivato da discotheque, ma in seguito come nome proprio per i night Club a Parigi.
Ma ritorniamo al sax tenore Stanley Turrantine, nel 1984 l’artista americano ritornò ad incidere per la label Blue Note Records al fianco di Jimmy Smith e di George Benson prima e successivamente, negli anni Novanta, accanto a Freddie Hubbard, Celdar Wolton, Billy Higgins, Ron Carter, Rolland Hanna e Kenny Drew.

Il decennio registra anche sue apparizioni in album di musicisti del calibro di Jimmy Smith, Billy Taylor, Benny Green e Ahamad Jamal. Oltre ad avere suonato in formazioni strumentali, durante l’intera carriera Turrantine accompagnò cantanti jazz quali Abbey Lincoln, Astrude Gilberto, Dianne Reeves, Irene Cara, Lou Rolwls, Joe Hendricks e Diana Krall.

La sua discografia comprende varie opere discografiche esse sono cinquantanove che vanno dal 1960 al 1999.
Stanley Turrantine è certamente una leggenda dal sassofono tenore, era rinomato per il suo tono distintamente denso e increspato, un fondamento terroso nel blues e la sua capacità di lavorare un groove con l’anima e l’immaginazione, Turrantine registrò in un’ampia varietà di improvvisazioni, ma era meglio conosciuto per le sue Jam Blues Note Soul-Jazz degli anni Sessanta e subì anche un popolare restyling fusion nei primi anni Settanta.

Turrantine iniziò la sua carriera suonando con varie band di Blues e R&B, con una forte influenza ereditata da un’altro grande sax tenore Illinois Jackquet.
Inoltre suona nella band di Lowell Fulson con il pianista e cantante Ray Charles dal 1950 al 1951 e 1953 sostituì John Coltrane nella prima band di R&B-Jazz di Earl Bostic.
Dopo il periodo trascorso nell’esercito a metà degli anni Cinquanta, il sassofonista si unì alla band di Max Roach e successivamente incontra l’organista Shirley Scott.
Dopo essersi trasferito a Philadelphia, Turrantine ha stretto un’alchimia musicale con un altro grande musicista l’organista Jimmy Smitt, apparendo nelle sue classiche opere discografiche, dal 1966 Back at the Chicken Snack e Midnight Special.

Sempre nel 1960, Turrantine iniziò a registrare per la label Blue Note Records, concentrandosi principalmente sul genere Soul-Jazz in piccole formazioni su brani classici come That’s Where It’s At, ma lavorando anche con la formazione dei Three Sounds su etichetta Blue Hour Records nel 1961 e sperimentando con improvvisazioni di ensamble più grandi. Negli anni Settanta Turrantine divenne un popolare musicista, fulcro della nuova label CTI Records del produttore Creed Taylor, con cui produsse la sua prima opera discografica con questa label di maggior successo, Sugar, che lo vedeva accompagnato dal chitarrista George Benson, dal contrabbassista Ron Carter , dal trombettista Freddie Hubbard e dal pianista Lonnie Liston Smith.

Nel 1974 uscì Piaces of Dreams nominato dalla rivista Billboard l’album Jazz dell’anno. Tra i dischi più recenti il primo pubblicato nel 1986 Wonderland, un opera discografica un tributo alle opere musicali e canore del cantate pianista Stevie Wonder, che vi compare come ospite all’armonica cromatica.
Il secondo long playing pubblicato nel 1999 a per titolo Do You Have Any Sugar, della label Concord Vista Records.

Inoltre nell’anno 2000 la Blue Note Records pubblica l’opera discografica Stanley Turrantine and the Tree Sounds – Blue Hour.
Nel 2001 proprio all’inizio del nuovo Millenio la label Milestone Records della casa discografica Prestige pubblica il long playing dell’organista Jimmy Smith e il suo quintetto di cui fa parte il sax tenore Stanley Turrantine, l’ultimo è pubblicato dalla Blue Note Records nel 2007 e a per titolo Midnight Special, dove il sassofonista americano compare con Jimmy Smith, Kenny Burrell e Donald Bailey.
Stanley Turrantine scompare il 12 settembre del 2000, a New York City a causa di una emorragia cerebrale.

A cura di Alessandro Poletti – Foto Repertorio

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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