GIANLUCA VIALLI BAMBINO BAMBINI RICOVERATO BAMBINO GESU'

Trasferito dalla Sampdoria, dove era l’indiscusso leader, alla Juventus di Giovanni Trapattoni, una grande squadra il cui numero 1 era invece il capitano Roberto Baggio, Vialli fatica ad ambientarsi e si infortuna più volte, segnando solo 10 gol in 42 partite di campionato.

La rinascita arriva con l’avvento di Marcello Lippi come allenatore della Vecchia Signora e il simbolico, spettacolare gol di rovesciata contro la Cremonese. Gli stessi grigiorossi con cui aveva esordito da professionista in C1 a 16 anni e che resteranno la sua squadra del cuore per tutta la vita.

È nella Cremonese, squadra di provincia e fucina di grandi campioni, che esplode il talento di Vialli. Esordisce in C1 nel 1980/1981, senza farsi notare e disputando due sole partite da titolare. Dopo la promozione in serie B inizia a segnare sempre più spesso, pur giocando nel ruolo di ala tornante: 5 reti nel 1981/82 e 8 nel 1982/83. Decisivo per la sua crescita è l’incontro con Emiliano Mondonico, anche lui un grande talento lanciato dalla Cremonese.

Il Mondo per me era un idolo quando giocava. Andavo a vederlo allo stadio assieme a mio fratello. Era forte con i suoi dribbling. Quando mi allenava aveva smesso da poco di giocare“, racconterà Gianluca descrivendo l’emozione di trovarselo lì proprio come coach. “Vialli è stato il primo giocatore che mi fece capire che ne capivo di calcio“, dirà invece Emiliano.

Nel 1983-1984 Vialli mette a segno dieci reti, pur giocando sempre da tornante: è in questa stagione che, oltre a ottenere la promozione in serie A, si fa notare agli alti livelli del calcio italiano.  Grazie a uno scambio con Alviero Chiorri passa ai blucerchiati ed esordisce nella massima serie. Qui trova Roberto Mancini con cui nasce una sintonia particolare, tanto che i due sono soprannominati i “gemelli del gol“. Nel ritorno della finale di Coppa Italia contro il Milan, Mancini segna l’1-0 su rigore e Vialli un raddoppio magistrale: controlla in area di rigore un pallone che sembra sgusciare via, con una finta mette a terra Di Bartolomei e supera il portiere Terraneo con un tiro angolato. Il giorno dopo, Gianni Brera lo soprannomina “Stradivialli“.

Con la Sampdoria Vialli vince tre Coppe Italia (1985, 1988 e 1989), la Coppa delle Coppe nel 1990 e il Campionato e la Supercoppa italiana nel 1991.
Intanto ai Mondiali di Italia 1990, arriva la grande occasione per Vialli in Azzurro dopo quella in tono minore del 1986. A parte qualche assist al compagno Salvatore Schillaci, non riesce però a incidere e sbaglia anche un rigore contro gli Stati Uniti. Dopo quella esperienza, per dieci mesi non sarà più convocato in azzurro.

Intanto però continua a fare faville con la Sampdoria. Per acquistarlo, nel 1992, la Juventus è disposta a tutto. Alla fine la squadra di Torino cede alla società blucerchiata i cartellini di quattro giocatori (Mauro Bertarelli, Eugenio Corini, Michele Serena e Nicola Zanini e aggiunge 40 miliardi di lire, la somma più alta mai pagata all’epoca per un calciatore. Nei primi due anni con la maglia bianconera Vialli si fa notare soprattutto in Coppa Uefa, dove segna cinque gol e si aggiudica il torneo.

Con l’arrivo di Lippi al posto di Trapattoni, Vialli ritrova la grinta che aveva dimostrato con la Sampdoria. Cambia look, tagliandosi i baffi e radendo i capelli a zero, e in una sola stagione realizza 22 gol, 17 in campionato, 3 in Coppa Italia e 2 in Coppa UEFA. Indossata la fascia di capitano, è la punta di diamante di uno schema offensivo a tre con Del Piero e Ravanelli.

Giusto il tempo di rodare il nuovo modulo e il 1995 è l’anno del “triplete“: con la Juventus vince la Coppa Italia, il Campionato e la Supercoppa italiana. Quindi, nel 1996, il trionfo in Champions League, grazie a cui conclude in modo splendido la carriera nel calcio italiano.

A cura di Roberto D’Orazi – Foto Lapresse

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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