Nell’anno horribilis del calcio italiano, con la Nazionale che per la seconda volta nella storia della manifestazione non parteciperà al Mondiale, i campionati principali di casa nostra lasciano ancora tanti verdetti da scrivere a novanta minuti dalla chiusura, cosa che certifica ci sia competizione, almeno quella, ma pure una sorta di livellamento, purtroppo per noi, a scendere.

Solo la matematica serviva alla Juventus per cucirsi sulla maglia il settimo Scudetto consecutivo ed è arrivato il pareggio contro la Roma a mettere la parola fine ad un nuovo successo bianconero, questa volta più risicato dei precedenti e che, ad un certo punto, sembrava quasi impossibile da raggiungere.

Allegri ed i suoi ce l’hanno comunque fatta ancora una volta, anche se il Napoli ha superato se stesso e conteso in modo davvero eccellente il primato dei bianconeri; al momento del dunque però i ragazzi di Sarri hanno sentito tutta la fatica fisico-mentale accumulata e con la sconfitta di Firenze detto addio al grande sogno tricolore.

Da lì in poi è iniziato il tempo delle polemiche e delle parole che nessun VAR riuscirà mai a placare, perché di perfetto non c’è neppure la scienza e poteva azzerare gli errori un sistema guidato da quegli stessi uomini che gli errori li commettono? Anche l’utilizzo del VAR prevede discrezionalità e quindi cosa pretendere? Migliorare si può certamente, anzi è doveroso, ma se poi non sanzioni quello che ti accade sotto il naso e davanti agli occhi, di che cosa stiamo discutendo?

Insieme allo Scudetto, ed alle prime due retrocessioni, è arrivata anche la sicurezza per la Roma di giocare la prossima Champions e per il Milan quella della partecipazione all’UEFA, che non rappresentava indubbiamente il traguardo prefissato dai rossoneri ad inizio stagione, quando dopo una campagna acquisti faraonica li si pronosticava in grado di competere per il tricolore.
Dopo la quasi disastrosa gestione Montella, al capezzale milanista è stato chiamato Gattuso che, almeno, ha ridato un gioco ed un equilibrio alla squadra, certamente troppo presto decantata ed invece bisognosa di tempo per creare l’amalgama necessaria; inoltre le tante polemiche nate dal caso Donnarumma non hanno certo giovato e sono pesate come una spada di Damocle per tutta la stagione sul rendimento del giovane portiere, forse troppo presto decantato e trattato, non solo economicamente, come quel fenomeno che ancora non è.

Tra le cose ancora in sospeso c’è l’ultimo posto Champions, da assegnarsi proprio con il prossimo scontro diretto tra Lazio ed Inter; la trentasettesima pareva dover essere solo una formalità per i nerazzurri al cospetto del tranquillo Sassuolo e vedere la Lazio sottoposta ad un impegno per più gravoso ed incerto in quel di Crotone, ma poi il campo non sempre finisce per rispettare eventuali chiacchiere di biscotti e gente che si scansa.

Ecco allora che il Sassuolo gioca la sua partita ed inguaia i nerazzurri che invece del “vuoto da spostamento” trovano un muro invalicabile o quasi, almeno per le loro forze non propriamente efficacissime, specie quando capitan Icardi invece del bomber fa il mangia gol e risulta il migliore degli “avversari”!

Fatica, come da pronostici la Lazio, ma tanto per cambiare ci pensa Milinkovic-Savic a cavare le castagne dal fuoco a mister Inzaghi ed a lasciare due risultati su tre a favore dei laziali nella sfida di domenica prossima all’Olimpico; giocare per il pari può essere pericoloso, specie perché le forze sono ormai quelle che sono anche in casa biancazzurra, ma il traguardo è veramente alla portata dei laziali che, a dire la verità, lo meriterebbero ben più di un’Inter che lascia sempre molti dubbi sulla propria reale consistenza.
Per l’UEFA, Milan come detto qualificato ed Atalanta cui manca un punticino da strappare ad un Cagliari pericolante, ma vincente proprio in casa della diretta concorrente degli orobici: quella Fiorentina che dopo il filotto successivo alla tragica morte di capitan Astori, ha un po’ perso la bussola nelle ultime giornate.
Al Franchi era iniziato tutto tra abbracci e lacrime nel ricordare il grande ex di entrambe le formazioni, poi non è bastato neppure il ricordo di Davide per evitare di finire l’incontro con scene da Far West, tra entratacce inutili e pericolose, spintoni ed una rissa davvero indecorosa, viste le premesse.

Proprio dal Cagliari parto per la bagarre in coda, dove anche il Chievo ha vinto in trasferta, sul campo di un fischiatissimo ed arrendevole Bologna, così come la spaventatissima Udinese che ha conquistato i tre punti in casa del Verona, ma con tremori che hanno accompagnato ogni iniziativa del misero Hellas sino al triplice fischio finale.

A fare le spese dei tre successi delle concorrenti, sono stati il Crotone, come già detto raggiunto dalla Lazio a pochi minuti dalla fine e la Spal, sconfitta sul campo del Torino; gli spallini sono andati in vantaggio al primo tiro in porta, ma poi nonostante un Gomis in gran forma, hanno dovuto cedere alla ripresa di Belotti e compagni, che hanno dimostrato una superiorità mai messa in discussione dalle “motivazioni” dei biancazzurri di Semplici.

Domenica prossima sarà davvero dura la corsa alla salvezza, per Crotone (a Napoli) più che per la Spal (in casa contro la Sampdoria), così come non è difficile non pronosticare un successo per il Chievo e l’Udinese che ospitano rispettivamente il Benevento (però attenzione che la squadra di De Zerbi ha più dignità di tante concorrenti messe insieme) ed un Bologna ormai in vacanza, mentre non avrà vita facile il Cagliari che ospita l’Atalanta.

Basteranno le motivazioni per arrivare alla salvezza? Ed a chi? A bocce ferme riprenderemo il discorso, perché chissà perché certe cose succedono solo in Italia mentre da altre parti capita che ce la si giochi sempre e comunque anche quando non dovrebbero esserci ambizioni se non quella dignità di cui troppo spesso ci dimentichiamo significato ed esistenza.

Il Direttore responsabile Maurizio Vigliani – Foto Galassi

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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