L’inchiesta sui camici, che la Regione Lombardia aveva acquistato nell’aprile scorso (il 16 per l’esattezza) dalla Società DAMA spa, ha portato la Procura di Milano ad inquisire il Presidente della Regione, Attilio FONTANA.

Come portato alla luce dalla trasmissione televisiva Report, per la fornitura di materiale medico (valore 513.000 euro), ARIA spa, ovvero la Centrale acquisti regionale, si era rivolta a DAMA direttamente, senza le previste gare, nel periodo di maggiore diffusione del Covid.

L’insolita procedura, giustificata da Filippo BONGIOVANNI (DG dimissionario di ARIA) come necessaria per acquisire rapidamente l’indispensabile materiale medico, ha però coinvolto una Società (DAMA appunto) gestita da Andrea DINI, cognato del Presidente lombardo, la di cui moglie (non indagata) detiene il 10% della Società medesima.

Nel maggio scorso, quindi dopo la denuncia di Report, la vendita era divenuta “donazione”e secondo gli inquirenti questo era avvenuto grazie all’intervento di FONTANA, che dopo le indagini preliminari sul caso è stato dunque posto sotto inchiesta.

Un’altra vicenda intricata e al momento dai contorni nebulosi, dunque per la Regione Lombardia, finita sotto la lente d’ingrandimento per le tante morti ed il numero sproporzionato dei contagi da Covid; l’ennesima vicenda che denota comunque come i comportamenti siano stati troppo spesso oggetto di una leggerezza estrema, perché se è vero che si era in un momento particolarissimo, è altrettanto vero che asta o meno, ci siano (anche in Lombardia) regole che prevedono la sottoscrizione di un “patto d’integrità” (per poter firmare contratti con la Regione) e di una dichiarazione che elimini ogni ipotesi di conflitto d’interessi tra le parti.

Ora, perché acquistare proprio da DAMA, e perché a fronte di una fattura emessa, la vendita sia poi diventata donazione? Andrea DINI afferma di aver sempre avuto l’intenzione di donare il materiale, però PARE che una e-mail da lui stesso inviata ed in cui sarebbero indicati prezzi e forniture, sia stata recuperata dai magistrati, e l’altra domanda è perché la donazione è saltata fuori solo DOPO la denuncia di Report?

Sarà ancora una volta colpa di quei brutti e cattivi (e comunisti) magistrati della Procura milanese? Oppure sarà l’ennesimo caso di malagestione di affari che si fanno “in famiglia”, tanto qui c’è da mangiare per tutti?

Ovviamente ciascuno darà la propria versione dei fatti, così come ciascuno è libero di pensare quanto ritiene meglio, ma possibile che in Italia ci sia un continuo proliferare di vicende in cui il comportamento tenuto è di una leggerezza incredibile? Possibile che le regole vengano così fortemente disattese, tanto chi se ne frega ci siano e chi vuoi che vada a metterci il naso?

Pensavamo che Tangentopoli avesse segnato un punto di svolta, ma l’unica cosa che è cambiata è l’importo delle tangenti stesse, il resto, le porcherie sono rimaste tali e quali e la POLITICA ci sguazza immancabilmente dentro, come se i nostri parlamentari di stato, regionali o comunali che siano, non vivano già di privilegi immensi quanto immeritati.

Il Direttore responsabile Maurizio Vigliani – Foto Ansa

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Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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