Matteo Renzi Senatore di Italia Viva bacchetta le altre opposizioni e la UE

Sicuramente molti di voi non avranno dimenticato la storica frase del 6 maggio 2013, in cui il Ministro Giulio Andreotti affermò: “Il potere logora chi non ce l’ha!”

Un aforisma che alcuni storici sostengono sia appartenuto ad un celebre politico e diplomatico francese del settecento, Charles Maurice de Tayllerand.

Una frase che oggi si addice perfettamente a tutto il centro sinistra con particolare riguardo al PD, che sta cercando, in qualsiasi modo, di disfarsi della Premier Giorgi Meloni, che a sua volta, giorno dopo giorno, migliora e potenzia il suo ruolo politico.

Uniti come sempre, in questo estenuante progetto, ora pensano che la soluzione gli sia stata offerta dalla stessa Meloni con l’annuncio del “referendum sulla riforma costituzionale”, anche se la data è ancora lontana, si parla del 2026!

Forse i “sinistroidi” hanno rispolverato il vecchio proverbio latino “spes ultima dea estsperemus igitur semper” (la speranza è l’ultima dea: speriamo sempre, dunque)

Non a caso il Capogruppo al Senato dei dem, Francesco Boccia, nel suo orgasmo mentale, ha pensato bene di esprimere il suo pensiero dichiarando: “Se il governo perde il referendum deve andare a casa: una riforma costituzionale imposta dall’esecutivo al Parlamento e ai cittadini, che poi viene respinta dagli italiani, obbliga il governo a lasciare.”

Chiara Braga, Capogruppo alla Camera per il PD, si allinea prontamente a sostegno di Boccia, aggiungendo: “Sicuramente se definisci questa la madre di tutte le riforme, come ha fatto la premier, e poi perdi il referendum confermativo, non puoi fischiettare e non trarne le conseguenze. In sintesi: se tra 3 e/o 4 anni la riforma del “premierato” completerà l’iter parlamentare, e approvata da entrambe le Camere in base all’articolo 138 della Costituzione, verrà sottoposta a consultazione popolare e se non otterrà la maggioranza, la Premier Meloni dovrà dimettersi dal suo incarico, proprio come fece Matteo Renzi nel 2016, un secondo dopo l’esito del referendum.”

La Premier Giorgia Meloni ha subito replicato affermando: “In caso di bocciatura non mi dimetterò, come invece minacciarono di fare altri in passato.

Sembra più che evidente che la “Sinistra” sia maggiormente interessata ad un progetto su tale riforma costituzionale che a prepararsi per le prossime elezioni europee del 2024, creando qualche “problema” all’interno del Parlamento.

Infatti il Costituzionalista ed ex Parlamentare Pd, Stefano Ceccanti, ha affermato: “Sarebbe auspicabile che le opposizioni si attrezzassero con una proposta comune sul maggioritario a doppio turno con indicazione – e non elezione diretta – del premier. Ma per ora non sembrano in grado.”

Carlo Calenda, Leader di Azione ha invece proposto un fronte comune per il “cancellierato alla tedesca”, in contrapposizione al premierato all’italiana.

Solo il Leader di Italia Viva, il Senatore Matteo Renzi, si dichiara favorevole al premierato, ma che non voterà “pasticci” a scatola chiusa, e proporrà, a tempo debito, modifiche sostanziali.

A cura di Pier Luigi Cignoli – Foto Imagoeconomica

 

Editorialista Pier Luigi Cignoli

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