Il poliziotto di prossimità. Dopo due anni di studi e mesi di prove di fattibilità che si accumularono sulla scrivania del vicecapo della polizia Antonio Manganelli; tra la fine del 2002 e la primavera del 2003 le allora 103 questure italiane misero per la prima volta in azione la nuova figura del “Poliziotto di Quartiere”.

Servizio voluto fortemente dal Governo Berlusconi. Quale “Coordinatore” dei PdQ – una donna e cinque uomini scelti, perché all’altezza del delicato compito loro assegnato – ho vissuto in prima persona questo interessante segmento della mia carriera professionale al Commissariato di Cesena da maggio 2004 a ottobre 2007.

Periodo trascorso a stretto contatto con il Prefetto Manganelli e il dirigente del presidio cesenate di polizia dottor Oreste Capocasa. Ricordo con soddisfazione quell’esperienza, positiva sia sotto l’aspetto operativo sia per l’impatto favorevole che ebbe nei confronti dei cittadini, con particolare riferimento alle fasce più deboli del tessuto sociale. Il tempo, però, ha vanificato quanto era stato creato e il servizio pian piano si è dissolto come neve al sole.

Viceversa, è attuale la notizia che il Questore di Ferrara Cesare Capocasa (buon sangue non mente) ha evidenziato la necessità di rileggere in chiave moderna quella funzione della polizia che forse nel tempo si è attenuata, per tornare da una polizia dell’ordine a una polizia al servizio della gente.

In tale ottica sarà avviata l’attività del poliziotto di prossimità, un modello operativo che mira ad avvicinare la Polizia di Stato al cittadino per intercettare, attraverso il contatto quotidiano, i bisogni, le attese e analizzare le criticità. Così come i motivi che in questo momento storico preoccupano l’intera comunità per la grave emergenza sanitaria, economica e sociale. Un poliziotto che deve saper prevedere e prevenire le difficoltà, che conosca il territorio e che sia ben visto dai suoi abitanti per rispondere al meglio alle attese dei cittadini. Tradotto operativamente – conditio sine qua non – sostituire una logica di prevenzione a una logica di reazione, una logica di conoscenza e di presenza attiva a una logica d’intervento, una logica di anticipazione delle aspettative a una logica di risposta immediata e puntuale.

Questo a dimostrazione della bontà delle motivazioni che avevano portato alla nascita della figura del PdQ che ora, sotto altra forma, tornano attuali alla luce anche delle nuove esigenze legate alla pandemia.

Il Vice Direttore Ugo Vandelli – Foto Ansa

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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