Così dava notizia il quotidiano La Repubblica sulla morte del pianista Chick Corea.

“Tra i più grandi jazzisti del mondo, il pianista statunitense di origine italiana aveva 79 anni.
Durante sessant’anni di carriera aveva suonato con fuoriclasse come Miles Davis e Herbie Hancock e aveva vinto 23 grammi Award, leggenda del jazz” moderno, si chiamava Armando Antonio Corea”.

“Corea aveva iniziato negli anni Sessanta accanto a esponenti della musica latinoamericana come Mongo Santamaria e Willie Bobo, prima ancora c’era stata la collaborazione con il trombettista Blue Mitchell mentre il primo album è del 1966, s’intitola Tones for Joan’s Bones e lo realizza in quintetto con Woody Show alla tromba e Steve Swallow al contrabbasso. Due anni dopo, si apre una prima porta d’ingresso tra i grandi del jazz, è l’album Now He Sings, Now He Sabs, Roy Haynes alla batteria e Miroslav Vitous al contrabbasso.

“La passione per la musica era nata durante l’infanzia, grazie al padre Armando J., da Albi, Catanzaro, che suonava la tromba in una formazione Dixiland degli anni Quaranta e che iniziò il figlio al pianoforte alla tenera età di quattro anni.
Dal Massachusetts si spostò a New York per studiare musica in varie istituzioni accademiche che però mollò ben presto.
In sessant’anni circa di carriera Corea avrebbe abbracciato numerosi generi musicali, non solamente nell’ampio spettro del Jazz, ma coltivando parallelamente la passione per la musica classica e sviluppando così uno stile unico e insieme completo, con il pianoforte ma anche con tastiera elettrica, a proprio agio accanto a Herbie Hancock, Gary Burton e Michael Brecker ma anche con Bobby McFerrin o Pat Metheny”.
(Il testo virgolettato è tratto dall’articolo di Gianni Santoro, sul quotidiano La Repubblica, dell’11 febbraio 2021).

Chick Corea nasce a Chelsea, il 12 giugno del 1941.
A oggi è ritenuto uno dei maggiori pianisti Jazz, capace di addottare con gli anni uno stile molto personale di suonare il pianoforte, influenzato da musicisti classici come Domenico Scarlatti, Maurice Ravel ed il folclore popolare spagnolo. Oltre ad essere uno dei più influenti e famosi tastieristi Fusion, genere musicale emerso alla fine degli anni Sessanta e i primi anni Settanta che combina elementi di Musica Jazz, con il Rock e il Funk, era considerato uno dei più virtuosi utilizzatori di tastiere elettroniche, in special modo il Fender Rhodes, da lui sperimentato per la prima volta durante il periodo con il trombettista Miles Davis.

Verso la fine degli anni Sessanta, si unisce al gruppo di Miles Davis e incide lavori discografici importanti, come A Silent Way e Bitches Brew. Con questo gruppo il pianista sperimenta l’uso di strumenti elettronici, ed in particolare il Fender Rhodes, suonando le tastiere in contemporanea con il pianista Keith Jarrett.
In seguito Corea, interessato ad alcuni progetti stilistici, viene ritenuto dallo stesso Davis abbastanza maturo per poter avere una propria band.

All’inizio degli anni Settanta, Corea intraprende così alcuni progetti come leader.
Tra il 1970 e il 1971, è attivo nel gruppo di Circle, un gruppo di formazione Jazzistica d’avanguardia in cui militano ottimi musicisti da, Anthony Braxton, Dave Holland e Barry Altschul.

Nel 1971 Chick Corea crea una nuova band, il nome i Return to Forever.
Nelle prime incisioni di questo gruppo, Corea intensifica l’uso dei sintetizzatori, in particolare il Moog e il Minimoog.
Nel 1975, un’anno dopo l’album dal titolo No Mistery, con il gruppo dei Return to Forever vince il Gramny Award.
In questo periodo il pianista italoamericano Chick Corea è in piena attività e i premi come si vuol dire, sono all’ordine del giorno.

Nel 1976, ne vince un’altro dei premi Grammy Award, con un’altra produzione discografica, il titolo The Leprechaun, e lo stesso brano che da il titolo all’album, vince un’altro Gramny Award, come migliore arrangiamento strumentale.
Verso la fine degli anni Settanta, Corea inizia a collaborare con il vibrafonista Gary Burton, con il quale incide numerosi album. In particolare il Duet ed in Concert, tenutosi a Zurigo il 28 ottobre del 1979, questa opera vince il premio Grammy Award.

Dal 1978 al 2015 con il suo brano dal titolo Finger Prints, tratto dall’album Trilogy, vince l’ultimo premio del celebre Grammy Award, per la migliore improvvisazione stilistica.

Muore il 9 febbraio a 79 anni, a causa di una rara forma di tumore, diagnosticatagli poco tempo prima.

A cura di Alessandro Poletti – Foto Reuters

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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