L’aggressione armata di questi giorni, come ogni guerra, rappresenta un oltraggio a Dio, un tradimento blasfemo del Signore della Pasqua, un preferire al suo volto mite quello del falso Dio di questo mondo”. Così Papa Francesco all’udienza generale del mercoledì. “Sempre la guerra è un’azione umana per portare alla idolatria del potere”. “Mentre il potere mondano lascia solo distruzione e morte, lo abbiamo visto in questi giorni, la sua pace edifica la storia, a partire dal cuore di ogni uomo che la accoglie”, ha detto Jorge Mario Bergoglio.

La pace che Gesù ci dà a Pasqua non è la pace che segue le strategie del mondo, il quale crede di ottenerla attraverso la forza, con le conquiste e con varie forme di imposizione. Questa pace, in realtà, è solo un intervallo tra le guerre. Lo sappiamo bene” dice ancora il Pontefice. E aggiunge: “La sua pace non è frutto di qualche compromesso, ma nasce dal dono di sè. Questa pace mite e coraggiosa, però, è difficile da accogliere. Infatti, la folla che osannava Gesù e la stessa che dopo pochi giorni grida “Crocifiggilo” e, impaurita e delusa, non muove un dito per Lui“.

Sullo sfondo delle polemiche da parte dell’Ucraina sulla scelta di far portare la croce insieme a due donne ucraina e russa alla Via Crucis del Colosseo, il venerdì santo, papa Francesco cita la Leggenda del Grande Inquisitore di Dostoevskij, all’udienza generale, sottolineando che “la pace di Gesù non sovrasta gli altri, non è mai una pace armata, mai. Le armi del Vangelo sono la preghiera, la tenerezza, il perdono e l’amore gratuito al prossimo, l’amore a ogni prossimo”.

Nel corso dell’udienza di oggi, Papa Francesco ha rivolto un pensiero particolare ai polacchi che hanno accolto in queste settimane l’ondata dei profughi provenienti dall’Ucraina. “Quest’anno celebrate in modo speciale la Settimana Santa e la Pasqua: insieme a molti ospiti ucraini”, ha detto, “La Pasqua è una festa di famiglia e voi, aprendo a loro le vostre case, siete diventati loro famigliari. Anche se la maggior parte di essi celebrerà queste feste una settimana più tardi, secondo la tradizione orientale, già ora tutti voi insieme contemplate il Crocifisso, e aspettate la risurrezione di Cristo e la pace in Ucraina”.

Il saggio del Santo Padre “Contro la guerra. Il coraggio di costruire la pace”
Il Pontefice torna a parlare dei conflitti nel mondo nell’introduzione al suo saggio “Contro la guerra. Il coraggio di costruire la pace”, da domani nelle librerie e nelle edicole con il Corriere della Sera. “Sono le tante guerre dimenticate, che di tanto in tanto ricompaiono davanti ai nostri occhi disattenti. Queste guerre ci apparivano ‘lontane’. Fino a che, ora, quasi all’improvviso, la guerra è scoppiata vicino a noi. L’Ucraina è stata aggredita e invasa – scrive – E nel conflitto ad essere colpiti sono purtroppo tanti civili innocenti, tante donne, tanti bambini, tanti anziani, costretti a vivere nei rifugi scavati nel ventre della terra per sfuggire alle bombe, con famiglie che si dividono perché i mariti, i padri, i nonni rimangono a combattere, mentre le mogli, le madri e le nonne cercano rifugio dopo lunghi viaggi della speranza e varcano il confine cercando accoglienza presso altri Paesi che li ricevono con grandezza di cuore”.

“Di fronte alle immagini strazianti che vediamo ogni giorno, di fronte al grido dei bambini e delle donne, non possiamo che urlare: ‘Fermatevi!?. La guerra non è la soluzione, la guerra è una pazzia, la guerra è un mostro, la guerra è un cancro che si autoalimenta fagocitando tutto! Di più, la guerra è un sacrilegio, che fa scempio di ciò che è più prezioso sulla nostra terra, la vita umana, l’innocenza dei più piccoli, la bellezza del creato. Sì, la guerra è un sacrilegio! Non posso non ricordare la supplica con cui nel 1962 san Giovanni XXIII chiese ai potenti del suo tempo di fermare un’escalation bellica che avrebbe potuto trascinare il mondo nel baratro del conflitto nucleare. Non posso dimenticare la forza con cui san Paolo VI, intervenendo nel 1965 all’assemblea generale delle Nazioni Unite, disse ‘Mai più la guerra! Mai più la guerra!’. O, ancora, i tanti appelli per la pace di san Giovanni Paolo II, che nel 1991 ha definito la guerra ‘un’avventura senza ritorno'” prosegue il Santo Padre.

“Se avessimo memoria, sapremmo che la guerra, prima che arrivi al fronte, va fermata nei cuori. L’odio, prima che sia troppo tardi, va estirpato dai cuori. E per farlo c’è bisogno di dialogo, di negoziato, di ascolto, di capacità e di creatività diplomatica, di politica lungimirante capace di costruire un nuovo sistema di convivenza che non sia più basato sulle armi, sulla potenza delle armi, sulla deterrenza. Ogni guerra rappresenta non soltanto una sconfitta della politica ma anche una resa vergognosa di fronte alle forze del male” conclude Papa Francesco.

A cura Fonte Vaticano – Foto Imagoeconomia

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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