Che il calcio non sia più uno sport, inteso in senso lato, lo sappiamo ormai da tempo e senza che ci possa sorgere alcun dubbio, così come non c’è dubbio che il pallone sia stato contagiato dal coronavirus, solo che questi non ha colpito i polmoni, ma il cervello di chi gestisce una delle maggiori industrie italiane, probabilmente anche la più sgangherata e scombiccherata, perché tolta l’Alitalia, quale azienda italiana potrebbe sopravvivere con i debiti del nostro pallone e riuscire a cumularne sempre di più, senza che nessuno faccia qualcosa per “ripulirlo”, cambiarne le regole, molti degli attuali regolamenti e la maggior parte dei dirigenti?

Già ne abbiamo sentite di tutti i colori, ma oggi mentre scorrevo un po’ di notizie, mi è capitato di leggere un’altra delle ingegnose pensate del Presidente della FGCI, Gravina, che pur di riprendere a giocare per portare a termine la stagione (ma quando, anche a Natale?), ha espresso la possibilità che non si giochi a nord! Certo, pensare di scendere in campo a Milano, Bergamo, Brescia, sarebbe non proprio la cosa più semplice, anche perché chi tra le formazioni in trasferta scenderebbe in campo a cuor leggero, per i morti, ma anche per la propria incolumità (Atalanta-Valencia non ha insegnato davvero nulla?) in Lombardia? E medesima cosa potrebbe valere per Veneto, Piemonte, Liguria, e non solo per la Serie A!

Il discorso potrebbe rientrare in una logica di salvaguardia, ma è davvero una soluzione fattibile? E dove si giocherebbe dunque? E dove si allenerebbero, in condizioni sanitarie “blindate” le formazioni del nord, che poi sono la maggioranza? Se davvero la linea di demarcazione fosse il Rubicone, si giocherebbe da Cesena in giù? Ammazzalo il Presidente FGCI, bisognerebbe dargli il Nobel, per il genio e l’inventiva!!!

Ma sotto il Rubicone, ci sono abbastanza stadi dove giocare e centri dove allenarsi, anche solo per la Serie A? La B non consideriamola neppure, tanto non producono ricchezza (ma debiti sì, anche loro) e quindi possono giocare tutte allo Stadio Flaminio di Roma, ogni due ore tra sabato e domenica.

Come dite? Il Flaminio è inutilizzato da anni e mezzo diroccato? Perché la B com’è? anche più che mezza diroccata e quindi si eviterebbero persino tutte quelle spese collaterali e visto che, se non ricordo male, non c’è neppure la pista d’atletica, si potrebbe giocare senza raccattapalle e con una terna arbitrale ogni tre partite, pensa che risparmio!

A parte gli scherzi, ma davvero bisogna giocare a qualsiasi costo per evitare il pallone scoppi? Fosse mai la volta buona che questi creatori di debiti vanno fuori dai piedi e si riscriva il mondo del pallone che rotola e si dettano regole (poi da fare rispettare, ovviamente) chiare e nette; dove si spende la redditività che si crea, senza le porcherie delle plusvalenze e valutazioni fuori da ogni logica, senza che un terzinotto con venti presenze in A (quando le ha) venga valutato trenta milioni e scambiato con un altro terzinotto del tutto identico, giusto per “salvare” il bilancio?

Riprendiamo a giocare, naturalmente dopo controlli accuratissimi e da ripetere almeno tre volte la settimana! Alla faccia di medici, infermieri, personale ospedaliero mandato allo sbaraglio, che non ha mai visto un tampone neppure da distante e morto per curare i malati veri, tanto chi se ne frega, basta il pallone rotoli nuovamente! Magari facciamo anche che il primo calciatore, allenatore, massaggiatore, scoperto positivo, resti tranquillamente al proprio posto, tanto potremo sempre dire che la positività è iniziata in un giorno qualsiasi, se poi è quello sbagliato che importanza ha? Al limite, ci sarà sempre una fidanzata o una moglie da far passare per stupida…

Non so a voi, ma io senza pallone mi sono accorto di vivere benissimo, anzi, mi risparmio anche qualche bella e solenne “incazzatura”, perché già c’è un mucchio di gente a cui viene fatto un tampone al giorno, e ci mettiamo anche i calciatori e tutti coloro che li intorno bazzicano? Magari sarà la volta che anche io, da giornalista che viene accreditato allo stadio, verrò sottoposta ad un controllo, un tampone, cosa che non è successa quando ho avuto un po’ di febbre ed insieme alla tachipirina mi sono sottoposto alla quarantena impostami dal mio medico di famiglia, cosa successa ad un numero di italiani che è almeno il quintuplo di quelli di cui giornalmente ci forniscono i dati, compresi coloro che anziché in ospedale sono morti in casa e non fanno statistica…

Sì, è vero che sono polemico, ma bisogna sempre scrivere che il mondo è bello perché ci sono la D’Urso e la De Filippi che ci “aiutano” a passare il tempo, rincoglionendoci con pomeriggi di amenità (conditi di false lacrime) e concorsi fasulli, dove una volta scelti i concorrenti sai già chi vincerà? Beh, se le cose stanno così allora ci sta pure il pallone in queste condizioni e Lotito dovrebbe diventare Papa-imperatore, tanto ha pure l’addetto stampa con il cognome adatto!

Giocare assolutamente, ma quando? Sul come non facciamoci neppure la domanda, una soluzione si troverà e se farà, come sembra, “schifo”, pazienza, ci adatteremo, tanto qualcuno che pensa sia un cosa seria e magnificherà la grandezza di cotanti dirigenti, leccandogli per bene il sedere in cambio di un posto in tribuna stampa, lo troveremo di sicuro!
Chiudo con un pensiero al collega Franco Lauro, andatosene troppo giovane; era un bravo giornalista ed una brava persona, di quelli che non urlano ma fanno della competenza la loro forza.

Il Direttore editoriale Maurizio Vigliani – Foto Rollin Stone

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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