Inizio questo pezzo sotto una tempesta d’acqua dopo aver letto le dichiarazioni di Rino Foschi su Repubblica. Bastano e avanzano tre parole: “Tiferò il Palermo“.
Leggo che l’ex ds. del Cesena nel capoluogo siciliano ha lasciato il suo cuore insieme al patron Zamparini e che aveva valutato seriamente di continuare a vivere tutta la sua vita non distante dal “Barbera“.
Penso che il “giallo” prima dell’intervista rilasciata al collega di Roma, si sia scolato una buona bottiglia invecchiata di Sangiovese e si sia fatto prendere in modo emozionante dal mondo di Bacco. Per quanto conosco Rino sin dai tempi della mia fanciullezza, credo che la sua sia stata una uscita giornalistica sportiva più dettata dalla istintività e non della verità assoluta che corre nelle sue vene romagnole. Ovvero quella passione avuta da bambino per il cavalluccio dentro il bar Bianconero e mai abbandonata.
Chiudo il capitolo con un: “Lasciate ogni speranza a voi che entrate“…
Adesso viene il bello, il concreto, quello che ci piace condire nella insalata del calcio vero con olio, pepe e sale. Il Cesena di Michele Mignani è atteso dalla corazzata Palermo, una delle formazioni candidate ai play-off e sarà privo di Bertinho per il colpo a martello di Caldara che viene indegnamente graziato dal Giudice sportivo con una sola giornata di squalifica.
Un’assenza pesante per i bianconeri che nelle prime cinque giornate di campionato con il “monello” di Calisese hanno trovato fantasia e profondità di gioco. Una pedina fondamentale anche a supporto del reparto difensivo per tenere lontano la manovra avanzata delle avversarie. Difficile ipotizzare dunque chi possa sopperire a tale ruolo con lo stesso modulo. Ma al di là di questa analisi tattica, d’impostazione, la difesa dei romagnoli contro i rosanero del senese Alessio Dionisi (ha allenato l’Imolese, oltre Empoli, Sassuolo e Venezia) è chiamata in prima linea a non subire gol da azioni indirette, come dai calci d’angolo (il Palermo gioca in modo cinico con una linea alta e aggressiva); un vizietto degenerativo già troppo evidenziato in altri campi, l’ultimo al Manuzzi contro il Modena dell’ex Bisoli, che non ha speso una parola dopo il 2-2 a sostegno di Berti (da lui non me lo aspettavo).
Il Palermo ha gli stessi punti del Cesena, esattamente sette, dunque a conti fatti, entrambe le squadre sono collocate a pari punti a centro-classifica e per questa deduzione elementare la partita offre tre spunti e altrettante opportunità: “in caso di vittoria spiccare il volo verso l’alta classifica e avvicinare i toscani nerazzurri, in caso di sconfitta farsi risucchiare in zona retrocessione, in caso di pareggio cambierebbe poco nella colonna della media-inglese, ma il lavoro di potenziamento muscolare e mentale per entrambe, per non cadere successivamente in letargo, dovrebbe assolutamente aumentare, perché presto dal fondo della classifica è impensabile sottoscrivere che non ci sia un ritorno al grande spolvero di Sampdoria, Bari, Frosinone.
Chi deve temere di più il cavalluccio?. Sicuramente di Henry e Brunori che contro la Juve Stabia hanno assaggiato il sapore del gol insieme a Adorante. Occhio poi a Pierozzi, Gomes, Insigne, Di Francesco in grado di cambiare il volto della gara con una semplicità innata.
Chi deve temere l’aquila rosanero?. In primis la facilità di Shpendinho di andare sotto porta e mettere la sfera in fondo alla rete, la velocità del giaguaro Kargbo in grado di creare sempre la profondità, l’acume di Adamo e l’intelligenza di Bastoni. Ma, potrebbe essere la giornata del liev motiv di Antonucci.
Dunque, prevedo una partita apertissima dove non mancheranno i gol, con Rino Foschi attaccato al piccolo schermo e fare i complimenti al nuovo Cesena, e non a quel Cesena che ha portato in serie A e che poi è scomparso come in Miss Marple di Agatha Christe. Un giallo nel giallo!
Il Direttore editoriale Carlo Costantini – Foto Luigi Rega