Di solito quando si parla di misteriosa architettura medievale il pensiero corre subito alle splendide cattedrali gotiche francesi o ai castelli delle isole britanniche, il più delle volte abitati da rumorosi e originali fantasmi, ma il mistero non manca neppure in casa nostra, possiamo infatti soffermare la nostra attenzione sul castello di caccia di Federico II, costruito nel 1240 in una località pugliese che verrà chiamata Castel del Monte.

Questo monumento riveste svariati significati simbolici, il primo indizio riguarda la sua collocazione ed alcuni particolari: l’edificio venne progettato e costruito lontano dalle più importanti vie di comunicazione della regione ed era privo di stalle e di cucine, non poteva quindi offrire ospitalità prolungata né assumere alcuna importanza strategica ma in compenso desta attenzione il fatto che esso appare orientato sugli equinozi e sui solstizi, in modo tale che la luce solare possa penetrare all’interno in quei giorni, secondo specifici calcoli astronomici.

Inoltre ha una splendida collocazione paesaggistica essendo eretto su una altura che domina le Murge di Bari, la Capitanata e l’Appennino Lucano, ovviamente si è in presenza di un monumento che non aveva solamente funzioni “civili”.

Il secondo elemento caratterizzante è la pianta della costruzione: ottagonale con otto torri ottagonali ad ogni spigolo e al centro e infine un cortile, anch’esso ottagonale.
La forma è dunque singolarissima ed è per tale motivo che nel 1875, lo storico tedesco Ferdinand Gregorovius definì l’edificio “la corona degli Hohenstaufen”, anche Cesare Brandi nel suo libro “Pellegrino in Puglia” scrisse: “E’ tutto fuorchè un castello per le partite di caccia e di piacere”.

All’esterno fra i due ingressi opposti fanno spicco il portale di levante, incorniciato da due colonne corinzie e da un timpano e le otto bifore gotiche che si aprono sulla fascia superiore del corpo principale, una per lato. Alla severità della facciata si contrappone la ricchezza del cortile centrale adornato da logge, e quella dei locali interni, con le loro volte a crociera. L’interno era anche decorato da sculture e da rivestimenti marmorei, ma il vandalismo ha distrutto quasi tutto. Restano ancora, per fortuna, dei preziosi bassorilievi e qualche cariatide, apprezzabili sia dal punto di vista estetico che esoterico. I due piani della rocca appaiono anch’essi seguire il principio ottonario, poiché ciascuno contiene otto stanze uguali.

Il castello di Federico II appare un felice connubio di stili tra i quali il gotico cistercense, l’eredità classica e le ascendenze musulmane. La direzione lavori era stata affidata all’architetto francese P. Chinard da Cipro, il quale sembrava conoscere lo stile gotico occidentale e lo stile dolce dell’architettura islamica, per la manovalanza oltre a quella locale, vennero selezionati professionisti provenienti da Oltralpe e dalle isole del Mediterraneo orientale.

Il mistero invece del continuo richiamo ottagonale, si può rilevare principalmente nei più antichi insegnamenti esoterico-cristiani, dove il numero otto aveva una notevole importanza. Nel II secolo, Clemente d’Alessandria affermò testualmente:”Chi è nato a nuova vita per volere di Cristo, è colui che si pone sotto il segno dell’Otto”. Tale affermazione può sembrare bizzarra in tempi moderni ma non al tempo, consideriamo infatti che il nome di Gesù, così com’era stato trasmesso dai Vangeli greci (Jesous cioè: iota, eta, sigma, omicron, ipsilon, sigma), dà con il metodo della gematria cabalistica la somma emblematica di 888.

Inoltre le fonti battesimali e i battisteri della prima arte cristiana, cioè gli strumenti e i luoghi di purificazione e consacrazione spirituale, hanno quasi tutte forme o misure che si collegano al principio ottonario. Tuttora è ancora ignota la motivazione della costruzione di questo edificio da parte di Federico II, essendo costruito in un colle isolato, per scopi non di certo militari poiché manca di fossato, di ponte levatoio e di sotterranei, è un monumento, secondo numerosi studiosi, che attesta la tormentata adesione di Federico II alla simbolistica corrente esoterica del tempo.

La storica d’arte Angiola Maria Romanini descrisse la struttura ottagonale come un unico blocco lentamente rotante, l’immagine del castello rotante si connette alla saga di Re Artù, si narrano infatti le leggende più svariate nelle quali il regno di Artù si trovi in realtà in un’altro mondo e che al suo centro vi sia una dimora regale che rotea su se stessa, difesa da un fiume e custodita da giganti. Tutto questo è un modo chiaramente simbolico per indicare il centro del Mondo e la Tavola Rotonda e come Castel del Monte potrebbe apparire visto allo specchio in questo simbolismo, un luogo dove si sarebbero svolte periodiche riunioni, nello stesso tempo sacre e politiche.

La fiorente colonia saracena di Lucera istituita nel 1224, protetta da Federico II e i suoi buoni rapporti con i Cavalieri Teutonici, gli avrebbero consentito di sviluppare un ordinamento che si sarebbe eretto di fronte al Papato anche sotto il profilo spirituale, poiché il Dio di Federico II era, con ogni probabilità lo stesso Dio dei saggi Sufi (gli iniziati musulmani), il Dio unico ai quali potevano inchinarsi concordi ebrei, cristiani e fedeli dell’Islam, quindi egli avrebbe potuto riunire una forza spirituale immensa.

Le condizioni politiche e militari avverse, unite alla predisposizione caratteriale egocentrica di Federico II, impedirono il decollo di questo ambizioso progetto ma i suoi ideali non andarono persi e nemmeno quelli di coloro che contribuirono alla realizzazione di Castel del Monte, insieme alla loro preziosa dottrina, ai temi ispiratori e alle modalità strutturali che in esso si erano focalizzate.

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A cura di Barbara Comelato – Foto Imagoeconomica

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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