LUCA DE MEO RENAULT

AvtoVaz torna a far parlare di sé. Il produttore automobilistico russo (ma di proprietà del gruppo Renault) era balzato all’onore delle cronache qualche settimana fa perché costretto a interrompere la produzione a causa dello scoppio della guerra in Ucraina.

Le sanzioni imposte dai Paesi occidentali – tra i quali anche la Francia, patria della casa-madre Renault – avevano infatti obbligato AvtoVaz prima a rallentare la produzione nello storico stabilimento di Togliatti (dove la Fiat creò il suo primo impianto nell’ex Unione Sovietica negli Anni ’70) per poi interromperla di fatto a tempo indeterminato.

Una situazione che rischiava di compromettere l’operatività di una delle maggiori industrie della Russia, con il Governo di Mosca che si è così visto “costretto” a intervenire ed evitare così un blocco completo e definitivo degli impianti.

Secondo l’agenzia di stampa russa Interfax, il gruppo Renault ha trasferito il proprio pacchetto di maggioranza a un’agenzia sotto il diretto controllo del Governo di Mosca. Si tratta dell’Istituto di ricerca automobilistica e motoristica Nami, uno dei più importanti enti pubblici russi, che ha così acquistato il 68% di AvtoVaz per la cifra simbolica di 1 rublo (poco più di 1 centesimo di euro).

Oltre alle quote di maggioranza del produttore automobilistico, l’istituto moscovita assume il controllo dell’impianto di Togliatti, dove venivano prodotti e assemblati diversi modelli sia del gruppo Renault (Dacia Duster prima e seconda serie e le Renault Arkana e Captur destinate al mercato russo) sia di Lada.

Secondo quanto si legge sulla stampa di settore russa, il ministro del Commercio russo Denis Manturov avrebbe affermato che la decisione di acquisire le quote di AvtoVaz sarebbe stata dettata dall’incapacità della casa della Losanga di mantenere attive le linee produttive della fabbrica di Togliatti.
Insomma, una diretta conseguenza delle sanzioni imposte alla Russia per le sue azioni in Ucraina.

Diritto di “ricompra”?
Sempre secondo le fonti che arrivano dalla Russia, il “passaggio di proprietà” potrebbe anche non essere a tempo indeterminato. Il ministro del commercio di Mosca, infatti, avrebbe dichiarato che Renault potrà riacquistare le quote possedute sino a qualche giorno fa entro 5 o 6 anni. Ovviamente, non a un prezzo simbolico.

Secondo Manturov, se in questo lasso di tempo verranno fatti degli interventi migliorativi sugli impianti, il gruppo francese sarà chiamato a un esborso economico non indifferente. Oltre al danno, dunque, anche la beffa: non solo il produttore transalpino sarà chiamato a svalutare per intero la quota di partecipazione (valutata oltre 2,2 miliardi di euro), ma potrebbe essere costretta a sborsare una cifra simile se mai vorrà tornare in possesso di uno dei suoi “gioielli di famiglia”.

Nel corso degli anni, infatti, la Losanga aveva investito pesantemente nell’ammodernamento degli impianti di Togliatti, grazie ai quali controllava circa il 30% del mercato automobilistico russo. Una quota che ha consentito a Renault di iscrivere a bilancio profitti di non poco conto. Nell’ultimo bilancio del gruppo francese, i ricavi di AvtoVaz ammontavano a circa 3 miliardi di euro e avevano generato profitti per quasi 250 milioni di euro. Ossia, quasi la metà di quelli fatti registrare dall’intero gruppo nel corso del 2021.

A cura di Renato Lolli – Foto Imagoeconomica

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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