In Italia non si costruisce più. Ormai abbiamo troppe strutture, troppe case, che senso avrebbe costruirne delle altre? Tutti abbiamo almeno una casa, un luogo di ritrovo per socializzare e conoscere altra gente e poi con la tecnologia non serve uscire per conoscere qualcuno, no?

Insomma, l’ Italia, una volta al passo con i tempi in cui si costruiva anche dove non si doveva, ha cambiato totalmente registro. Vorrei fare anche un piccola precisazione in merito a questo punto. In Italia gli appalti sono sempre stati tanti come i cantieri, ma chissà come mai, le opere incompiute sono sempre state più di quelle portate a termine. Che strano, vero? Colpa della speculazione edilizia? Colpa dei furbetti del quartierino? Colpa di una politica corrotta e alquanto malsana? Diciamo un po’ di tutto e non sbagliamo. Almeno, se si costruisce meno, questi “onesti signori” si potrebbero dare all’ippica o al giardinaggio, ma sono sicuro che creerebbero un giro sporco anche lì.

Per farvi capire come è cambiata la tendenza, basta sapere che negli ultimi dieci anni, le costruzioni si sono abbassate dell’ 82,3%, mentre le riqualificazioni e ristrutturazioni sono aumentate in un solo anno dell’ 8,8%. Per quanto mi riguarda, questi dati sono positivi, perché costruire tanto per fare, facendo arricchire i soliti noti, non serve ai cittadini, mentre sistemare il nostro patrimonio edilizio che ha una storia (e che storia!), ha molto più senso. Certo, se si costruissero più case per le persone bisognose e svantaggiate, saremmo tutti contenti, ma poi quanto incasserebbe la nostra classe politica? Non tanto quanto costruire centri commerciali di ultima generazione, strade e ponti solidi come un castello di carte. Dove sarebbe il divertimento? Ancora ricordo come se fosse ieri, le voci di alcuni costruttori che sghignazzavano, pensando al guadagno che potevano trarre nella ricostruzione dell’ Aquila, devastata dal terremoto dell’ aprile 2009.

Lucrare sulle disgrazie altrui è la cosa più ignobile e meschina di questo mondo. In questo caso il termine “avvoltoi” è azzeccatissimo. Si punta sempre al guadagno facile e veloce; che importa se a soffrire sono le persone? Fino a che si può mettere qualche soldo in tasca, tutto è lecito. Dovremmo cambiare radicalmente la nostra cultura, il nostro modo di vedere le cose, il nostro modo di pensare e agire. Affermare che va bene non costruire più, perchè almeno si arresta la corruzione è sbagliato, non è la strada da battere. E’ una cosa positiva come ho già detto, però non basta, non porta ad una inversione di rotta. Bisognerebbe invece cercare di costruire poco e meglio, solo dove realmente necessario.

Quello che manca a noi italiani e la praticità nel fare le cose, non siamo pratici. Se in quello che fai sei morigerato, viene subito tacciato di tirchieria e vieni allontanato. Non è proprio così. Essere morigerati e attenti, nella vita di tutti i giorni, è la salvezza per molti, soprattutto con i tempi che corrono. Visto che la cassa è quasi vuota, cerchiamo di sviluppare qualcosa con quello che abbiamo, magari tentando anche di tappare il buco nelle nostre mani. Per risolvere questa situazione, non c’è una grande unica soluzione, ma tante piccole soluzioni fatte su misura per ogni problema che si viene a presentare. Vogliamo almeno provarci, o continuiamo a percorrere la via del male minore?

A cura di Nicola Luccarelli

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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