epa09364710 Indian children pose for photographs after receiving a free scholarship in an event for the children who lost their parents due to COVID19 infections, organized by a non-governmental organistations, in Bangalore, India, 25 July 2021. Over fifty children received a sum of 114.14 euros for their education. More than 1.19 lakh children in India lost their parents or caregivers due to Covid-19 infections between March 2020 and April 2021, according to a study published in medical journal “Lancet”. The Lancet study said that “Children losing primary caregivers have higher risks of experiencing mental health problems, physical, emotional and sexual violence, and family poverty,”. EPA/JAGADEESH NV

I sintomi di Covid-19 raramente persistono oltre le 12 settimane nei bambini: un segno rassicurante che rischiano molto meno degli adulti di soffrire degli effetti debilitanti del long Covid. Una revisione scientifica condotta da ricercatori pediatrici del Murdoch Children’s Research Institute di Melbourne, conclude che per la maggior parte gli studi globali sul long Covid nei bambini hanno “significative limitazioni” e che molti sovrastimano il rischio.

La revisione, appena pubblicata dal Pediatric Infectious Disease Journal, da fonte ANSA, ha analizzato i risultati di 14 studi riguardanti 19.426 bambini. E riporta che i sintomi più comuni, accusati tra 4 e 12 settimane dopo un’infezione acuta nei bambini, sono mal di testa, affaticamento, disturbi del sonno, difficoltà di concentrazione e dolori addominali.

Il principale responsabile della ricerca e specialista di malattie pediatriche infettive, professor Nigel Curtis, scrive che i dati passati al vaglio mostrano nettamente che il Covid rimane una malattia lieve nei bambini sotto i 12 anni e che i ricoveri in ospedale sono rari. Rileva inoltre che gli studi esistenti sul long Covid nei bambini hanno “importanti limitazioni”, e che più ricerca è necessaria per stabilire i rischi di lungo termine posti dal Covid 19 sui bambini. Una buona parte degli studi manca inoltre di una chiara definizione dei casi e di dati relativi alle età, considera tempi di follow-up variabili e si affida frequentemente a sintomi riferiti dal bambino o dai genitori, senza conferme di laboratorio.

A cura di Elena Giulianelli – Foto ANSA

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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