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La letteratura ha sempre avuto un fascino particolare, un potere immenso, semplici simboli convenzionali uniti in una certa maniera come in una formula alfabetica che danno vita a scritture sorprendenti, capaci di generare rivoluzioni non meno potenti di quelle dettate dalla scienza.

Prendiamo in esame la “Primavera silenziosa”, libro del 1962 di Rachel Carson. Non tutti hanno avuto modo di leggerlo ma questo saggio letterario ha avuto la forza di modificare il corso della storia dando il via alla nascita di un forte movimento ambientalista. “Questo libro è la prova innegabile di quanto il potere di un’idea possa essere di gran lunga più forte del potere dei politici”, ha scritto Al Gore, ex vicepresidente degli Stati Uniti e vincitore del premio Nobel per la pace.

Il 23 aprile si celebra la Giornata mondiale del libro e del diritto d’autore indetta dalla conferenza generale dell’Unesco. La scelta della data rimane quantomai simbolica e di grande effetto. Intorno a questa data, infatti, nel 1616, sono morti tre giganti della letteratura mondiale come Miguel de Cervantes, William Shakespeare e Garcilaso Inca de la Vega. Da allora si è espansa in tutto il mondo questa festa nata nel 1926 quando il re di Spagna Alfonso XIII promulgò un decreto che la istituzionalizzava, scegliendo come giorno il 6 febbraio, quello della nascita di Cervantes. Poi, nel 1931 fu spostato al 23 aprile che è il giorno della morte del grande autore spagnolo. Lo stesso giorno e lo stesso anno – 1616 – morirono anche William Shakespeare (secondo il calendario giuliano, allora in uso in Inghilterra, oggi quello più in uso in Occidente è il gregoriano) e l’autore peruviano Inca Garcilaso de la Vega.

L’obiettivo della Giornata è quello di promuovere la lettura, la pubblicazione dei libri e la protezione della proprietà intellettuale attraverso il copyright. Il messaggio è rivolto principalmente ai giovani che, tramite la parola scritta, possono ripercorrere le gesta delle donne e degli uomini che hanno contribuito al progresso sociale e culturale dell’umanità attraverso le riflessioni e i componimenti.

“L’alfabetizzazione è la porta che conduce alla conoscenza, indispensabile per l’autostima e la responsabilizzazione dell’individuo. I libri, in tutte le forme, svolgono un ruolo essenziale, ha dichiarato Irina Bokova, direttore generale dell’Unesco. Ogni anno l’Unesco e le organizzazioni internazionali che rappresentano i tre principali settori dell’industria del libro, editori, librai e biblioteche, decidono la città alla quale assegnare questo ruolo per un anno.

Il covid, vuoi o non vuoi ha rafforzato il valore tra donne, uomini e libri. Durante la pandemia mondiale sono state sempre più numerose le richieste agli editori di stampare book’s soprattutto autobiografici per divulgare il proprio modo di appartenenza all’umanità e per dare sfogo all’uscita dalla solitudine.

Sicuramente l’emergenza sanitaria ha portato tutti ad una dimensione più naturale della propria esistenza e lo strumento ideale per scrittori autodidatti per uscire dalla porta chiusa della malinconia, della paura, è stato senza dubbio quell’aprire il proprio diario per poi trasformarlo in una “divinità letteraria”.

Ho sempre detto ai miei autori che un libro è come un figlio… mai abbandonarlo dietro uno scaffale di una libreria… Il libro ha un’anima e per questo deve essere sempre celebrato e portato nella moltitudine degli eventi dove tra l’autore e gli ospiti il contatto è diretto. Un modo ottimale per emozionare sempre qualcuno e aumentare la popolarità.

Ogni libro ha una sua storia da raccontare, ciò che conta è crederci e farlo credere al nuovo lettore.

Il Direttore editoriale Carlo Costantini – Foto Imagoeconomica

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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