Lavoro, diritti, uguaglianza. Ma anche pace, parità, salari giusti. Sono le parole d’ordine di oggi e di sempre della Festa del Primo Maggio, festa in cui si celebrano e si ricordano fin dal 1882 i diritti e le conquiste dei lavoratori di ogni parte del mondo. Quest’anno la manifestazione nazionale organizzata dai sindacati Cgil, Cisl e Uil, in Piazza San Francesco ad Assisi, ha un titolo che richiama la tragedia della guerra in Ucraina: “Al lavoro per la pace“, questo lo slogan dei sindacati confederali. “Siamo contrari alla guerra, vogliamo lanciare un messaggio per fermare questa guerra assurda voluta da Putin che sta facendo pagare un prezzo pesantissimo alle persone”.

In piazza i tre segretari confederali, Maurizio Landini, Luigi Sbarra e Pierpaolo Bombarbieri, che dovrebbero prendere la parola verso mezzogiorno dopo che sul palco saranno saliti sei delegati sindacali di diverse categorie ed il Custode del Sacro convento di Assisi, frate Marco Moroni, per un saluto. Dai segretari dei tre maggiori sindacati è atteso un appello per la pace in Ucraina e per la ripresa di negoziati per il cessate il fuoco. Nel pomeriggio i riflettori si sposteranno su Piazza San Giovanni a Roma, dove quest’anno il tradizione Concertone torna live, con una line up delle grandi occasioni, con artisti che vanno da Ornella Vanoni a Marco Mengoni e Carmen Consoli.

Sul fronte del lavoro numeri ancora preoccupanti. La fascia 30-34 anni vede quasi 1 lavoratore su 8 (11,9%) assolutamente povero nonostante lavori, e un altro 17,6% con un reddito comunque da lavoratore povero. E’ la fotografia scattata dall’Area Lavoro ACLI in collaborazione con l’IREF, l’istituto di ricerca delle ACLI, su circa 1 milione di dichiarazione dei redditi del 2020 presentate al CAF ACLI.

Se si guarda ai 35-39enni, alla soglia dei quarant’anni, la situazione non cambia di molto: il 26,3%, oltre 1 su 4, sono lavoratrici o lavoratori poveri un miglioramento di soli 3 punti percentuali che sembra dire che per molti di loro il tempo e l’esperienza non li farà uscire dalla povertà, che nella povertà si resta parcheggiati, che la carriera resta piatta. Basse retribuzioni, part-time forzati, contrattini di pochi mesi, a volte settimane o giorni: condizioni oramai comuni da Domodossola a Ragusa, ma che scavano divari importanti. A pagare di più, sono giovani, donne e Sud come ha capito anche il Pnrr che qui investe e scommette. Al Sud i lavoratori poveri sono il 20% contro il 9% del Centro-Nord e il 13% nazionale. Il divario di retribuzione è del 75%: al Sud si prende un quarto in meno, di media, che altrove.

In questo primo maggio ha un valore particolare ricordare quanto il lavoro sia per gli individui sinonimo di dignità, indipendenza, sicurezza.
Oggi che cominciamo a sperimentare l’allentamento delle restrizioni legate alla pandemia, pensiamo a quanto l’emergenza sanitaria ci sia costata anche da questo punto di vista”. Così la presidente del Senato, Elisabetta Casellati. “Il Covid ha cancellato 1,2 milioni di posti di lavoro e solo adesso, lentamente, iniziamo a recuperare; e riponiamo grande fiducia nei fondi previsti dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza che ha tra i suoi obiettivi quello di riformare le politiche attive del lavoro e di incrementare l’occupazione dei soggetti più vulnerabili, come donne e giovani”.

E poi un pensiero alle donne: “Proprio alle donne va oggi un mio particolare pensiero: tra esse si registra il maggior numero di vittime di incidenti mortali sul lavoro, che sono in aumento così come gli infortuni. E penso anche alla parità salariale, ancora da conquistare, benché la Costituzione riconosca alle donne gli stessi diritti e le stesse retribuzioni che spettano agli uomini. Nel rivolgere il mio augurio di buona festa, auspico una sinergia sempre maggiore tra istituzioni, imprese e mondo formativo per rendere l’Italia un Paese più efficiente, innovativo e sostenibile nella piena tutela dei diritti di tutte le lavoratrici e di tutti i lavoratori”.

Per Il Presidente della Camera Roberto Fico le istituzioni e la politica devono fare la loro parte.” Occorrono un impegno incessante, capacità di visione, attenzione e pragmatismo per accrescere l’occupazione, aumentarne la qualità e tutelare i diritti dei lavoratori”.

A cura di Elisabetta Turci – Foto Imagoeconomica

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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