ulivi

Gli ulivi pugliesi sono a rischio estinzione. Da due anni, ormai, una batterio chiamato Xylella fastidiosa (il nome è già tutto un programma), sta infestando migliaia di ulivi in diverse zone del Salento. Prima di questa terribile piaga, un altro portatore sano di malattie chiamato Punteruolo Rosso, aveva causato la morte di 24 milioni di Palme da dattero non solo in Asia sud-orientale, ma anche in Italia, più precisamente nelle regioni della Toscana, Sicilia, Calabria e Lazio. Questi batteri sono resistenti e difficili da annientare. Come sia arrivato la Xylella fastidiosa, nessuno lo sa, visto che non è originario dell’ Europa. Quello che, invece, è evidente a tutti e che l’ economia di questa regione si basi quasi esclusivamente sull’ olio d’ oliva, e se venisse a mancare la materia prima per farlo, sarebbe un disastro di dimensioni bibliche per tutti. Infatti, se non si riuscirà ad arginare e curare, per tempo, questa peste nera che ha colpito gli ulivi, non solo la Puglia verrebbe messa in ginocchio, ma l’ Italia intera, rischierebbe di perdere una delle tante eccellenze enogastronomiche che, all’ estero, tanto ci invidiano. Subito gli scienziati e agronomi si sono dati da fare per debellare questa pestilenza, ma ancora non si è arrivati alla soluzione del problema. Si sta pensando ad uno speciale pesticida che, però, metterebbe a rischio l’ intero ecosistema. Sulla vicenda è scattata, subito, un’ indagine per chiarire come questo batterio sia arrivato fino a noi. Sui giornali, in questi due anni, sono state riportate tante ipotesi, ma una in particolare ha colpito la mia attenzione. Nel 2011, nelle zone di Lecce e dintorni, che sarebbero poi diventate terra di conquista da parte della Xylella, era partito un piano che prevedeva il disboscamento degli ulivi per far posto a impianti eolici e fotovoltaici e la costruzione di nuove autostrade. Per cercare di contrastare questa barbarie sono state firmate moltissime petizioni che, purtroppo, fino a questo momento, non hanno portato a nulla. E se questo batterio sia stato introdotto apposta per giustificare questo disboscamento? La storia è piena di queste situazioni che si chiamano in gergo tecnico: Strategie del Terrore. Insomma, per far si che migliaia di ulivi che hanno contratto la Xylella fastidiosa non ne infettino altri, si prende una decisione estrema ma necessaria: l’ abbattimento. Così si ha la possibilità di costruire quello che si vuole, dove si vuole, giustificando, all’ opinione pubblica, qualsiasi cosa. Badate bene, la mia è solo una semplice teoria, niente di tutto questo è comprovato, ma la mia sensazione è che qualcosa, in tutto questo, non quadri come, invece, dovrebbe. Le indagini andranno avanti ancora per molto, ma il rischio di perdere un numero considerevole di ulivi è molto alto, visto che la Xylella fastidiosa ci mette cinque anni a far morire queste piante. Sicuramente questo batterio non ha preso un treno o un areo per arrivare dove è arrivato, qualcuno ce lo deve aver portato in qualche modo. Trovare i colpevoli e consegnarli alla giustizia è senza dubbio importante e doveroso, ma salvare le piante deve essere l’ obiettivo primario dei nostri scienziati.

A cura di Nicola Luccarelli

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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