Ernesto Maria Ruffini

Sono più o meno 19 milioni gli italiani che hanno debiti con il fisco. “Le abbiamo individuate” spiega il direttore dell’agenzia delle Entrate Ernesto Maria Ruffini che lancia una provocazione: “Ma ora che sappiamo chi sono, conviene metterle tutte in cella?”. La domanda retorica posta al Festival Internazionale dell’Economia di Trento ha una ovvia risposta: “Meglio farle lavorare per ripagare il debito“.

Le tasse sono uno strumento per avere uno stato democratico spiega Ruffini – Pagare le tasse non fa piacere a nessuno e farle pagare fa ancora meno piacere, ma è la cartina di tornasole dell’inciviltà di un Paese perché si fanno pagare le tasse ad esempio per retribuire gli stipendi ai medici che ci salvano la vita. Lo Stato ha dovuto tagliare la spesa sanitaria perché non ci sono abbastanza risorse. Eppure, negli ultimi 20 anni, abbiamo un patrimonio di soldi non pagati di mille e cento miliardi.

La scorciatoia è non rendersi conto che si sta segando il ramo su cui si è seduti. Dobbiamo essere consapevoli delle nostre scelte, invece si fa finta di nulla, negli anni con la complicità della politica”, avverte. Che si fa? Mandiamo tutti in carcere? “La pena detentiva per chi non paga le tasse non mi ha mai convinto”.

“Preferiamo mettere in carcere l’evasore così poi fallisce l’attività o farlo lavorare finché non ripaga la collettività? Sono 19 milioni gli italiani che hanno cartelle esattoriali aperte, 16 milioni di persone fisiche e 3 milioni di società, ditte, partite iva. Li abbiamo individuati, il problema è la riscossione, non identificare gli evasori. Il mio sistema ideale è che i cittadini sappiano che chi non paga viene intercettato e deve per forza versare quanto non ha dato. Se così fosse, chi sarebbe così autolesionista da evadere?”.

A cura di Renato Lolli – Foto Imagoeconomica

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui