Torna il campionato anche per la terza serie, quella categoria che non sa ne di sale ne di pepe. Una specie di insalata senza i veri condimenti del calcio, ma che perfino le società più storiche e gettonate sono costrette ad addentrarsi dopo fallimenti o retrocessioni amare.

La serie C, eppure, in molti sostengano che sia come una navicella spaziale per riportare in orbita calciatori in ombra e club affamati di rivincite.

Il Cesena del confermato Viali, vuole ripartire all’esordio casalingo con il Gubbio, già con buoni propositi e candidarsi fra le prime sei squadre durante la stagione pirotecnica. Il gruppo bianconero parte coeso, lo spogliatoio pare essere il medesimo, a parte qualche ritocco “zebiniano” che nulla ha a che fare con la cupola di Giotto.

Ma rivoluzionare una squadra, tanto per cambiare la giostra non equivale al premio finale, anzi troppo spesso il pallone di cuoio si è sgonfiato in critiche lunghe e locali fino al paradosso.

Allora rimane un unico dubbio contro il Gubbio, capire sin dalla prima giornata se il Cesena avrà la spina dorsale sostenuta per non divenire poi con la schiena da gobbo che se la tocchi magari come dicono le profezie porta anche bene, ma se ti arriva ahimè! non ti fa correre e rallenta pure la corsa del sogno americano con occhi a mandorla.

Ciò che torna a pulsare nella Romagna bianconera il sapore del grande pubblico già impastato di striscioni, bandiere, trombette con il simbolo del cavalluccio alla ricerca di sirene canterine e danzanti.

Il Direttore editoriale Carlo Costantini – Foto Valerio Casadei

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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