IL NOSTRO NON E’ PIU’ UN PAESE PER MEDICI
DI CHI E’ LA CRISI, DEL MEDICO, DELLA MEDICINA, O DEL SISTEMA?

Siamo un Paese dove i medici sono sempre meno.
Ad oggi ne mancano all’appello circa 12 mila, molti vanno in pensione, pochi entrano in corsia per il blocco dei turn-over.
Una crisi, questa, che minaccia la salute di tutti, e che è destinata ad aggravarsi ulteriormente nei prossimi anni.
Otto, sono le volte che un paziente ha dovuto rimandare la sua operazione all’omero fratturato perche’ a Foggia, il chirurgo non c’era.
Ma che sia avvenuto in Puglia, in fondo, e’ un caso.
Per una volta, non c’e’ differenza tra Nord e Sud.
Le specializzazioni mediche sono a rischio un po’ ovunque, in Italia, perche’ mancano i medici, chiudono i reparti, e i pazienti restano senza cure!
L’Anaoo Assomed, l’ associazione dei medici dirigenti, ha stilato una mappa delle aree critiche che copre l’intero paese.
Non esistono regioni virtuose, se non nella misura in cui la “virtu’” e’ un codice arancione piuttosto che rosso.
Si calcola che entro il 2025 andranno in pensione oltre 52 mila medici.
Un “esodo biblico”, a cui non corrisponde un ricambio costante e congruo, anzi le percentuali possono solo peggiorare, dal momento che, ad oggi, il 54% degli specialisti italiani ha piu’ di 55 anni, e quota 100 sta prosciugando i bacini delle strutture pubbliche.
I motivi sono diversi, ma il principale e’ legato alla scarsita’ delle borse di specializzazione, e alla complessita’ dei percorsi di formazione.
I baroni universitari si barricano contro ogni tentativo di cambiare un sistema di formazione medica post-laurea, del cui fallimento sono i principali responsabili, e gli unici a non volersene accorgere.
Come se non bastasse, a cio’ si aggiunge l’aspetto economico che contribuisce a rendere tutto piu’ instabile.
Il contratto nazionale dei medici e’ stato rinnovato a fine luglio, dopo dieci anni di attesa, e non senza polemiche, considerando che alcuni sindacati hanno deciso di non firmare, perche’ non soddisfatti dell’accordo, soprattutto nella parte relativa al potenziamento degli organici.
E della corruzione, ne vogliamo parlare?
Quanta corruzione c’e’ nella societa’ italiana?
Non e’ facile quantificarla, anche se si annida ovunque, a qualsiasi livello, dal Direttore, all’azienda di pulizia.
Di certo, c’e’, che negli ultimi anni, e’ diventata molto piu’ sofisticata: non si vede piu’ l’imprenditore che consegna la valigia piena di soldi al direttore generale della ASL, ma l’informatore scientifico dell’azienda farmaceutica che fa avere regali e favori al primario, o al medico, finte consulenze, benefici fiscali.
Modalita’, queste, che rendono piu’ difficile il reato di corruzione, in ogni caso nessuna regione italiana ne e’ esente!
L’Austerita’, infine, sta rendendo sempre piu’ difficile garantire l’accessibilita’ economica delle cure sanitarie.
A esserne colpiti, sono in prevalenza gli anziani, le famiglie a basso reddito con figli a carico, i giovani precari e chi ha perso il lavoro, spesso, a causa della crisi economica.

La domanda e’: siamo ancora in tempo ad invertire la rotta?
C’e’ da dire che persino il Fondo Monetario Internazionale (Fmi) che ha promosso politiche liberiste per decenni, ha recentemente rinnegato l’austerita’ , e le politiche di privatizzazione .
Come dimostrano i casi di Islanda e del Portogallo, e’ possibile affrontare le crisi economiche, senza necessariamente intaccare il diritto alla salute, e all’assistenza sanitaria.
L’Austerita’ crea iniquita’ in sanita’, e chiede ai piu’ deboli di sobbarcarsi i costi di una crisi causata dai potenti.
E allora, mi permetto di scrivere, se” il medico non c’e’”, consentiamo almeno ai nostri giovani studenti di medicina, a quelli che ne hanno titolo, di fare concorsi, con l’augurio che, poi, i concorsi, comunque, si facciano in tempi rapidi!

A cura di Sandra Vezzani editorialista – Foto Iorio

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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