La condanna del principale oppositore del Cremlino Alexey Navalny con “nuove accuse inventate” mostra che Mosca sta intensificando la repressione del dissenso in patria mentre è in corso la sua invasione non provocata dell’Ucraina: lo ha affermato Human Rights Watch.

Apparentemente questo verdetto non intende solo mettere a tacere Navalny, ma fungere da monito alla società civile russa e a chiunque osi opporsi alle politiche del Cremlino“, ha proseguito Hugh Williamson, direttore per l’Europa e l’Asia centrale di Human Rights Watch.

“I casi contro Navalny fanno parte del cupo panorama della repressione del Cremlino contro la società civile russa e del dissenso pacifico, che si è drasticamente intensificato dall’invasione su vasta scala dell’Ucraina da parte della Russia”, ha insistito Williamson.

L’Unione europea “condanna fermamente la sentenza del tribunale distrettuale di Lefortovo di Mosca di estendere di ulteriori 9 anni la reclusione del politico russo dell’opposizione Alexei Navalny. Ci rammarichiamo inoltre profondamente che le udienze del tribunale si siano svolte in un ambiente de facto chiuso, inaccessibile agli osservatori nella colonia penale fuori Mosca dove Alexei Navalny sta già scontando un’altra condanna politicamente motivata, che apre spazio alla fabbricazione di accuse e alla mancanza di esercizio dei diritti di difesa da parte dell’imputato. Questa è l’indicazione più evidente che il sistema legale russo continua a essere strumentalizzato contro Navalny”.

L’Unione europea “deplora la sistematica repressione della società civile, dei media indipendenti, dei singoli giornalisti e dei difensori dei diritti umani in Russia.

A cura di Stefano Severini – Foto Imagoeconomica

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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