Non sono ancora trascorsi nove anni dal disastro aereo di Superga, che ha cancellato l’intera squadra del Grande Torino, che una nuova tragedia colpisce il calcio, e questa volta a venire colpiti sono gli inglesi del Manchester United.

E’ il 6 febbraio del 1958, e la formazione inglese torna dall’aver disputato il ritorno dei quarti di finale della Coppa dei Campioni a Belgrado, contro la Stella Rossa; i “Busby Babes”, così chiamati per via della giovane età della maggior parte dei ragazzi allenati dal grande Matt Busby, si sono qualificati per le semifinali, pareggiando 3-3 sul difficile campo jugoslavo, dopo la vittoria in casa per 2-1.

Il volo prevede una sosta tecnica all’aeroporto di Monaco di Baviera, dove il velivolo charter della British European Airways (BEA), un Airspeed Ambassador, doveva fare rifornimento prima di proseguire per Manchester, con a bordo 44 persone, 38 passeggeri (l’intera formazione del Manchester, tecnici e dirigenti, oltre ad alcuni parenti e tifosi) e 6 membri d’equipaggio.

A Monaco le condizioni atmosferiche sono pessime, scende neve mista a pioggia e fa molto freddo; l’aereo tenta il decollo, ma problemi ad uno dei motori ne impediscono l’effettuazione per due volte, mentre al terzo tentativo di decide di allungare la percorrenza della pista dando una potenza inferiore al motore stesso.
Il problema è che solo parte della pista è stata utilizzata e ripulita, così che un cumulo di neve non sciolta rallenta il velivolo che non riesce a sollevarsi, mentre non c’è più lo spazio per potersi fermare entro il limite della pista; l’incidente è inevitabile, con l’Ambassador che colpisce un albero ed un capanno e si incendia.

Solo una parte degli occupanti riesce a salvarsi, 21 in tutto, compreso quello che diventerà uno dei più grandi calciatori al mondo degli anni sessanta: Bobby Charlton, oltre a Busby; mentre sono otto i calciatori periti, insieme tre persone dello staff, otto giornalisti al seguito ed altre quattro persone: il copilota, uno steward, l’agente di viaggio che aveva organizzato la trasferta ed un tifoso amico di Busby.

Le autorità tedesche incolparono il pilota dell’incidente, per non aver provveduto allo sbrinamento delle ali del velivolo, ma le indagini successive rivelarono che non fu quella la causa dello schianto, dovuta invece al mancato sgombero e pulizia della neve di parte della pista.
Il Manchester continua la propria attività e nel 1968, dieci anni dopo la tragedia, vince, prima inglese a riuscirvi, la Coppa dei Campioni, con Bobby Charlton che alza la Coppa dedicando il successo ai ragazzi periti nell’incidente del 1958.

Il Direttore responsabile Maurizio Vigliani – Foto Getty Image

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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