Sono periodi scuri come la notte senza stelle. Gli italiani costretti a rimanere rinchiusi nelle loro abitazioni osannano i medici, gli infermieri, la protezione che sono in trincea contro il male del nuovo millennio e con lo sguardo domani osserveranno una #coronadispine, quella che il figlio di Dio ha dovuto portare per la sofferenza umana e salvarli dalla schiavitù.

Ma questi sono giorni anche illogici, quasi di regime, dove la satira della politica continua inesorabilmente, in tempo di guerra, a riservare ai popoli con parole e promesse che vivono nella nullità. e, a tal proposito, rivedo davanti agli occhi quella commedia all’italiana scritta da Mario Monicelli: “Il marchese del Grillo” interpretato dal grande Alberto Sordi.
Attraverso l’attore romano il regista costruisce una interpretazione del tempo mai cambiato negli anni. Ovvero caratterizzare maschere popolari sempre in bilico tra sentimenti umani contrastanti, conditi di situazioni paradossali, scambi di persone, parole e battute che solo la politica e la borghesia sono capaci di trasmettere attraverso la finzione e la comicità a discapito dei bisognosi, dei poveretti lasciati nel ghetto della povertà assoluta.

Il nostro presidente del consiglio che si abbassa ai voleri della Marchesa tedesca, continua a professare un’idea quasi chiusa di un governo che in ogni giornata è capace di ridicolizzare il sistema, a partire dal PD, che pensa a una patrimoniale con il M5S che invece vuole fuggire lontano da certe strumentalizzazioni di sinistra e arrivare al Nord dell’Europa, per ottenere sussidi da parte di tutti gli stati, che non siano nel futuro debiti o prestiti da restituire, con interessi composti dalle dilazioni bancarie.

Il Conte, dunque che non s’inginocchia all’altare del Papa, ma della Marchesa per concetto riesumato da Gualtieri (Monti e Prodi che percepiscono fior di milioni ancora oggi – dovrebbero fare donazioni furono i padri fondatori dell’Eurobanche), per ora è costretto ad accettare il MES che provoca l’urlo e in parte anche l’arroganza nel parlamento da parte delle opposizioni, con Matteo Salvini che addirittura scrive a Sergio Mattarella citando il REGIME. Insomma si sta creando una rissa rivoluzionaria mai vista prima dove tutti sono divenuti immuni alla legge dello Stato.

La fortuna dell’Italia è quella di avere un Capo dello stato con immensa coscienza democratica che mai si è esibito in passaggi canori deplorevoli il contrario di coloro che risiedono alla camera e al senato e che percepiscono 12 mila euro al mese (compreso Marzo e Aprile), dando agli italiani l’illusione che sulla mongolfiera del paradiso, della rinascita imprenditoriale saliremo tutti. Si la vera fortuna di tutti noi è di avere in alto alla piramide SERGIO MATTARELLA, un uomo che non ha mai generato odio, ma che è dotato dopo tante sofferenze, di uno spirito originale che ci accumuna.

Vengo alla conclusione di questa pellicola personale che da sfogo a questo momento di antipatia contro il Covid-19, che ha steso la nostra popolazione più debole e anziana. Molti vogliono tirare pigne e frutta al palazzo, risparmiando i sassi, per dire ai partiti senza liquidità non pagheremo più una tassa allo STATO. L’unica cosa fino ad oggi che abbiamo ascoltato sono le campane a morto e vi diciamo:
«C’era una vorta un Re cche ddar palazzo / mannò ffora a li popoli st’editto: / “Io sò io, e vvoi nun zete un cazzo”».

Il Direttore editoriale Carlo Costantini – Foto Rai

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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