Onora le tradizioni culturali di Senigallia l’esposizione “Sguardi sull’Ottocento. Arte Italiana nelle collezioni marchigiane”. Si tratta di tele che collezionisti privati ed enti pubblici hanno generosamente concesso al Comune di Senigallia per le prestigiose sale di Palazzetto Baviera.
L’importante evento mette in evidenza come la passione dell’uomo per il collezionismo, si possa far risalire alle arcaiche culture, tempi in cui l’uomo cominciò a rendersi conto che le cose importanti -belle o brutte che fossero state- potevano resistere per molti anni e secoli all’insidie del tempo.
Non per nulla, importanti reperti del passato e, soprattutto, quelli annoverabili alle arti ed alle lettere ed anche al lavoro, sono così belli e interessanti da suscitare e stupore e meraviglia. Sono reperti che, per primi, nobili, clero e ricchi borghesi “rintracciavano” grazie al consiglio di esperti o per improvvise “emersioni” da scavi e commerci non sempre leciti. Dunque, sono interessanti, anche nei nostri giorni, le attività del collezionista privato che, di solito, è una persona molto speciale! Una persona che in virtù di ottime risorse intellettuali cerca “opere” delle varie arti e di singolare fattura. Tuttavia, vi sono collezionisti che fan rivivere opere di varia qualità ed altri che si dedicano al possesso di documentati capolavori. E qui si potrebbe raccontare di persone speciali, come il collezionista capace d’inseguire una tela, anni e anni, quasi fosse un vero amore. Quindi, ne annota gli spostamenti e le varie acquisizioni, senza dar peso al tempo che dovrà “percorrere”: visita mostre, botteghe di antiquari e mercatini particolari, animato dalla frenesia di far propria la sua agognata pittura. E quì mi par giusto dire! Dire, di mie frequentazioni, attente e spesso deferenti, di vari collezionisti. Ed ecco uno di questi, “vizioso amante del bello”: è capace di stare seduto sul divano, ore e ore, in contemplazione di opere d’arte che chiama “mie creature”. E “creature” sono! Perché in lui -come ama affermare e ripetere- per il quadro o per la scultura o la ceramica, vi è un sentimento paterno che vuol tutelarne e raccontarne qualità e valore. Ma, a questo punto, detto di un signore “malato di tele gravemente belle” credo sia giusto, meglio dovuto, un “racconto”proprio così: si vuole “svelare” di un giornalista che, mentre era impegnato come addetto stampa di una notissima squadra di basket, andava alla “cerca”, per mettere nel suo “cesto” di esperto d’arti, pitture anche dei giorni che corrono. E, nei giorni che corrono, ha anche potuto prendere per mano, come amici veri, grandi artisti ancora più veri! E, sempre alla luce della mia esperienza, e riferendomi a “Sguardi sull’Ottocento. Arte Italiana nelle collezioni marchigiane”, sento di scrivere che ilvero collezionista è colui che, dopo avere acquisito, protegge tele e non tele: le nasconde in casa facendole ammirare a chi lo meriti, cercando le migliori protezioni conservative. Pertanto, l’attività del collezionista è un complemento culturale necessario e benemerito e, fra l’altro, sempre il collezionista ha il merito di non avere opere d’arte in cantina come, talvolta, le hanno certi musei.
Bisogna, poi, non dimenticare che dal collezionismo deriva un vantaggio certo per la storia dell’arte. Ed è giusto dire che, quasi mai, non sono le ragioni economiche che spingono la “cerca”. Ma, collezionare è un bello e personale dialogo con certe “meraviglie” del passato e del presente. Vero è che mi sembra utile far sapere del noto grande storico e collezionista Denis Mahon, che venne ritenuto da Micheal Kitson* “an ardent and resolute champion of the interests of the public” (un ardente e risoluto difensore degli interessi pubblici). Perché aveva donato, larga parte della sua rara collezione, a musei e gallerie pubbliche. Ed aveva anche sollecitato il governo del suo Paese -l’Inghilterra- ad acquistare patrimoni ereditari di preziose tele, facendo poi un “ricatto benevolo” allo stesso governo. Dette 100 milioni di sterline in dipinti barocchi purché tutti coloro che avessero amato l’arte, potessero, e possano, vederli, sempre gratuitamente! …E che accadde?! Vi fu -in Inghilterra- un trionfo di visitatori in tutti i musei. Trionfo che dovrebbe ripetersi in ogni nazione.
A cura di Francesca Brugnettini – Foto Repertorio
La mostra che resterà aperta fino al 3 novembre è stata curata dalla Storica dell’Arte M. Gabriella Mazzocchi con intervento critico, nell’importante catalogo, del professor Stefano Papetti.
Info e prenotazioni
Palazzetto Baviera fino al 3 novembre
T. 366 – 679.79.42
circuitomuseale@comune.senigallia.an.it
Biglietteria elettronica www.liveticket.it
Orari da giovedì a domenica dalle 17.30 alle 23.30
Biglietti
Ingresso intero €. 8,00 – cittadini di età superiore ai 25 anni; ingresso agevolato €. 4,00 – cittadini dell’Unione europea di età compresa tra i 18 e i 25 anni e ai docenti delle scuole statali con incarico a tempo indeterminato; ingresso ridotto €. 6,00.
* Storico dell’arte britannico considerato un’autorità internazionale.