Così è fatta la squadra. Non ci sono i soldi e nemmeno gli americani a Cesena. Oh!, forse c’è ne uno, ma preferisce girare su Italo verso il Quatar che si appresta ad ospitare il prossimo mondiale di calcio. Ho ascoltato in questi giorni con ammirevole dignità da parte di Patrignani che per avere la maggioranza della società ci vogliono i dollari pesanti e un progetto propulsore per portare la squadra bianconera in serie A. Con ciò il presidente più politico, della serie C, ha voluto fare intendere che non ci saranno assalti speculativi intorno al cavalluccio, ma labili attese, che per ora lasciano intendere la poca limpidezza nella trattativa.

Nel contempo il campionato è ripartito con inciuccanti passaggi di critiche all’esordio dei titolari bianconeri contro il Gubbio consumatosi con uno 0-0 che sta persino stretto agli ospiti dopo aver colpito due legni perpendicolari. Come dire che in campo non c’è mai stato equilibrio e che il Cesena ha recitato la prima in modo inferiore e rassegnato.

Il mio modesto pensiero che prende sfogo da quando si pagavano regolarmente Bisoli, Giaccherini, Ceccarelli, Schelotto, Motta e Parolo, è quello che il collettivo di quest’anno sia quasi perfetto nelle connessioni ovviamente come lo era allora, per ovviare alla classe e ai peccati di gioventù. Voglio dire, che il discorso è quasi identico ai tempi delle due promozioni, ovvero nutro una speranza che la rosa, proprio perchè rimasta compatta nella sua fusione, una volta preso il ritmo delle partite, potrà lasciare alla spalle molte sue concorrenti.

E’ ancora troppo presto per fare considerazioni tecnico-statistiche, ma quello che si può affermare è che il Cesena l’impresa compiuta in questa stagione la può fare. E, lo dico con graduale e costante razionalità, in virtù ai traguardi raggiunti in modo anche inconsueti. Sono molto convinto che Bortolussi e Co. con rabbiosa caparbietà, intesa, oculatezza da parte di Viali, potranno tornare in serie B direttamente.

Non avere sul terreno di gioco un grande passato, ma la voglia di emergere attraverso la compattezza e la riconferma di molti calciatori dell’anno precedente è elemento che ancor più valorizza l’impresa da compiere, soprattutto se pensiamo al disastro compiuto da parte degli antenati che vivevano sui ghiacciai in via di scioglimento per palese insufficienza di norme giuridico – fiscali.

Una cosa è certa, la dirigenza attuale non è incosciente anche se è costretta alla legge ferrea fondata sui miracoli del risparmio, perchè a Cesena a parte il “Sole” non c’è mai stato “cazzorevolmente” (anche se c’è) un grosso imprenditore in grado di dimostrare di avere le “palle” per dare lustro e gioia alle vecchie e nuove generazioni, riportando la Romagna bianconera in serie A, per rimanerci a lungo come l’Atalanta, che conta meno tifosi di quelli che hanno come seconda casa il Manuzzi.

La constatazione so benissimo che è fastidiosa e anticipa dispiaceri evitabili solo con la meditata perdita della misura di cui sopra. In momenti di così sfrenata verità, non è neppure di buon gusto richiamare alle immancabili disillusioni di domani: però il discorso mi viene imposto dalla stessa gratitudine e dall’ammirazione che nutro per questa città. Il vero peccato, che rimpiango, dove non si è capito nulla, sono state le mosse di Igor Campedelli che ha ascoltato i buoni consigli da quando il primo giorno faceva lo skipper e poi ha virato senza vele e bandiere affondando con il miglior Cesena in serie A, se solo penso ai Nazionali.

Tornando al gruppo creato come il pongo da Zebi dico solo che può fare meraviglie! Tornate a comporre i cappelli di paglia!

Chiudo.

Il Direttore editoriale Carlo Costantini – Foto Valerio Casadei

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui