Parlare prima di pensare è cosa che succede a tutti, nessuno escluso, ma com’è ovvio il tutto dipende da chi è a dar fiato alla lingua prima di collegarla con il contenuto del cranio, pur più o meno vuoto che possa essere!

Se poi, persino il giornale sportivo di famiglia ti bacchetta, vuol dire che l’hai sparata proprio grossa e, forse, bisogna iniziare a dar retta alla diceria che il posto occupato è quello dove ti “hanno messo” perchè lì fai meno danni che altrove!

Hanno scatenato un bel putiferio ed una lunghissima serie di risposte e considerazioni le parole del Presidente juventino Andrea Agnelli circa la partecipazione dell’Atalanta alla Champions, tanto che la Società bianconera ha “dovuto” precisare non si trattasse di un attacco alla Dea ma le parole si riferissero ad un discorso più ampio che coinvolgeva Società di grande fama e storia internazionale, costrette a passare dalle “forche caudine” dei preliminari o addirittura essere escluse, anche dopo aver disputato una grande Champions, come ad esempio, Roma ed Ajax.

Che Agnelli sogni da tempo un Campionato Europeo riservato ai grandi Club, è cosa nota, e prima o poi ci si arriverà, però che colpa ne ha l’Atalanta se la Roma (l’Ajax almeno una storia vincente, in Olanda ed in Europa ce l’ha eccome), giusto per fare lo tesso nome poi usato, arriva alle semifinali della Coppa dalle grandi orecchie, ma nel campionato di casa propria non si qualifica per la coppa medesima? L’Europa è un traguardo che si raggiunge grazie ai risultati o frutto della storia?

Certo citare l’Atalanta è stato di cattivo gusto, specie perchè quella bergamasca non sarà magari una storia illustre, ma negli ultimi anni, Gasperini ed i propri calciatori hanno dato letteralmente spettacolo e raggiunto livelli invece neppure sfiorati da molte delle grandi (o presunte tali) di casa nostra, e quindi?

Se poi vogliamo essere pignoli, perchè la Roma? Per la storia e gli scudetti vinti? Ma allora parliamo di storia e scudetti, guardiamo l’albo d’oro del campionato …. Genoa, Bologna, Pro Vercelli e Torino ne hanno vinti molti di più dei giallorossi, e questi sono fatti indelebili ed incancellabili, oppure la storia vale solo per il periodo che fa comodo al Dottore di “Casa Reale”?

Il calcio non è più sport da tempo, il business ha spazzato via il gioco, contano i soldi e l’obiettivo è farne sempre di più, a qualunque costo ed in qualunque modo e semmai sarà da vedere se veramente risulterà più interessante diventare come l’NBA o restare una cosa dove può essere godibile anche vedersi Cittadella-Juventus piuttosto che rimestare sempre il brodo di Barcellona, Real, Bayern e Juve; e avanti di questo passo e pensieri c’è da chiedersi se potremo un domani ancora fare il tifo anche per il Cesena, il Toro, la Spal, o dovremo juventinizzarci tutti facendo “godere” l’Agnelli di turno?

Magari se il Presidente bianconero pensasse di più a far quadrare i conti in casa propria invece di sparare cavolate?
Il bilancio della Juventus non è proprio qualcosa da citare ad esempio di eccelsa governance e le quotazioni in borsa in tempo di Coronavirus stanno creando, o dovrebbero creare, ben altre preoccupazioni che un’assenza di CR7 per infortunio, aggiungendo anche le partite a porte chiuse, perchè la Juve non rimborsa biglietti e quote abbonamenti, ma se dovesse essere invece costretta a rimborsare i non pochi quattrini elargiti a scatola chiusa dai propri tifosi per uno spettacolo cui non potranno, gioco forza, assistere? Oppure è proprio per quello che si tenta di sviare il discorso?

Sarò nostalgico e fuori moda, ma personalmente preferivo la Champions di chi vinceva lo Scudetto, non di chi arriva quarto; se poi a vincere il Trofeo di casa è sempre la Juve, beh, complimenti! Basta non lo si vinca dopo una spareggio contro una formazione “primavera” (1960/61, vero l’età della pietra cui nessuno fa più caso) ed il proprio Presidente non sia anche (guarda caso) il Presidente della FIGC, cioè chi cambia le regole a proprio piacimento, ma anche questo è storia, indelebile, vera e non frutto di fantasia, anche se il nome era un altro, ma il cognome sempre lo stesso.

Saluti e attenti al virus.

Il Direttore responsabile Maurizio Vigliani – Foto fonte Lapresse

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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