Sarebbe stato già più persuasivo aver archiviato il caso Scalabrelli in partenza. Nel senso che il nome dell’ex portiere bianconero per l’incarico come preparatore dei portieri della prima squadra al posto di Fulvio Flavoni (il mistero rimane intorno al presidente Lewis), non doveva nemmeno essere preso in considerazione.

Non entro nel merito specifico, ma la retrocessione in C1 nella stagione 1999-2000, non è mai stata digerita in riva al Savio, ne da coloro che erano ai vertici del club del cavalluccio, ne dagli ultras che si sono fatti un’idea ben precisa del Manciano grossetano.

Questa “bagarre” sul portiere ha veramente stancato e la pratica è stata gestita in modo indecorosa; situazione mai accaduta dalla fondazione del CESENA 1940, nemmeno quando Boranga accettò di vestire la maglia bianconera dopo la forzata interruzione di Bylli Mantovani per lesione multipla del menisco interiore e laterale.

Tra l’altro l’idea come un fulmine a ciel sereno di allontanare Francesco Antonioli dal ruolo è parsa una farsa ma anche una incapacità di gestione per guardare oltre la punta del naso.

Chiosa. Sul numero 1, abbiamo solo assistito ad bruttissimo esempio di programmazione calcistica, in un momento delicatissimo dopo il passaggio del testimone agli americani senza un romagnolo che possa fare la voce grossa e abbia una visione oculata al di là del ponte di Brooklyn.

Il Direttore edtoriale Carlo Costantini – Foto Luigi Rega

Il Direttore Editoriale Carlo Costantini

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