Incentivare le assunzioni dei giovani e far ripartire l’economia di questo paese stagnante: una frase sentita tante volte che suona sempre più come un’utopia. Anche perché, va bene far lavorare i giovani, ma per quale motivo la parola “lavoro” è improvvisamente diventata un sinonimo di “sfruttamento”?

I ragazzi che riescono a racimolare un’occupazione sono frequentemente sottopagati: si lavora tanto, per non guadagnare niente. Per non potersi permettere niente. E l’economia continua a stagnare.

Ma dal Meeting di Rimini, il ministro del lavoro, Giuliano Poletti, durante un’intervista ha ricordato che il Governo sta studiando un pacchetto di agevolazioni alle assunzioni di giovani che potrebbe permettere la creazione di 300 mila posti di lavoro presumibilmente nel 2018: “è una previsione razionale, ragionevole, anche grazie alla mobilità del mercato del lavoro”.

“E’ plausibile – ha ribadito ancora Poletti -, ogni anno circa un milione di persone entrano e escono dal mondo del lavoro”.

Nel pacchetto di nuovi incentivi, ha assicurato il ministro, ci saranno anche clausole anti-licenziamento. “Dobbiamo assolutamente evitare – ha chiarito – che ci siano comportamenti furbeschi che cerchino di utilizzare in qualche modo le norme”.

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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