Arriva un’altra gelida sconfitta per il Bologna di Inzaghi e a preoccupare seriamente è la media inglese con ancora zero gol fatti e classifica che piange. Se poi pensiamo che dietro all’angolo la squadra emiliana è attesa da due sfide proibitive contro la Roma e la Juve, basta fare due conti, che alla sesta giornata di campionato i felsinei potrebbero diventare il fanalino di coda. Certo, la palla è rotonda e tutto sul terreno di gioco può accadere, ma la logica unita al presente non fa prevedere nulla di buono.

Il Bologna è poco cambiato rispetto all’ultima stagione nonostante l’addio di Donadoni e mezza squadra rifatta, le lacune sono sempre le stesse: poca incisività, centrocampo spezzato che allunga il gioco invece di accorciarlo e difesa superficiale. Il problema non si ferma qui, perchè a dirla tutta ci sono anche calciatori come Pulgar impresentabili; l’unico miglioramento che si è visto il possesso palla nei venti metri.

C’è poi anche il problema mentale, la formazione rossoblu è piena di paure, discontinua e le tre sconfitte e un pari lo dimostrano in modo tangibile. Manca sicuramente pure il gol per sbloccare una situazione negativa e se ci aggiungiamo la sfortuna in questo inizio di campionato, beh!, allora, tutti saremo qui a parlare di allenatore non adatto alla categoria. Ora il Bologna deve gestire al meglio la situazione e con quello che ha passato il convento e non sappiamo se sarà sufficiente il tanto lavoro se non disponi di giusto materiale umano. Logico che occorrerà ritrovare la compattezza e la durezza negli spogliatoi come sugli spalti, altrimenti si rischia di finire nel baratro ancor prima dell’esame di riparazione di Gennaio, dove sarà necessario rinforzare i ranghi.

Adesso, dopo la sconfitta di Genova al Ferraris occorre unità d’intenti, ragionevolezza e un fiume di mordente in campo, magari con il lancio di qualche giovane che ha sete di successo e vuole contribuire al cambiamento con corsa e fiato da vendere.

A cura di Franco Buttaro

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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