Matteo Lepore sindaco di Bologna

Con l’avvicinarsi del 2 agosto, è stato presentato il programma della commemorazione della strage alla Stazione di Bologna. “Sarà il 2 agosto della verità”, ha detto il sindaco Matteo Lepore, annunciando poi che Palazzo D’Accursio ospiterà la sede dell’associazione familiari delle vittime e l’intero archivio. Martedì la commemorazione si aprirà con l’incontro tra istituzioni e parenti delle vittime e proseguirà con il corteo fino alla stazione. Atteso alle cerimonie anche il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi.

2 Agosto 1980 – Alle 10.25, nella sala d’aspetto della seconda classe della stazione di Bologna Centrale, esplode un ordigno a tempo, contenuto in una valigia abbandonata, uccidendo 85 persone e ferendone oltre 200. È uno degli atti terroristici più gravi del secondo dopoguerra. L’esplosione, che si sente nel raggio di molti chilometri, causa il crollo di un’ala intera della stazione, investendo in pieno il treno Ancona-Chiasso in sosta al primo binario e il parcheggio dei taxi antistante.

Si giunge a una sentenza definitiva di Cassazione solo il 23 novembre 1995: sono condannati all’ergastolo quali esecutori dell’attentato i neofascisti dei NAR Giuseppe Valerio Fioravanti e Francesca Mambro, che si sono sempre dichiarati innocenti, mentre l’ex capo della P2 Licio Gelli, l’ex agente del SISMI Francesco Pazienza e gli ufficiali del servizio segreto militare Pietro Musumeci e Giuseppe Belmonte vengono condannati per il depistaggio delle indagini. Il 9 giugno 2000 la Corte d’Assise di Bologna emette nuove condanne per depistaggio.

I mandanti della strage non sono mai stati identificati. È in corso il processo contro l’ex terrorista dei NAR Gilberto Cavallini, condannato in primo grado a gennaio 2020 per concorso nella strage di Bologna. Nuovi scenari potrebbero aprirsi sulla strage del 2 agosto 1980.

I PROCESSI
E’ una vicenda giudiziaria complicata, lenta e discussa, quella per l’individuazione delle responsabilità dell’orrenda strage di Bologna. Una vicenda che ha conosciuto tentativi di depistaggio e che, viceversa, nella ricerca della verità ha trovato stimoli nell’ “Associazione tra i familiari delle vittime della strage alla stazione di Bologna del 2 agosto 1980”, costituitasi ad un anno dall’accaduto, il 1° giugno 1981. Vari i gradi di giudizio che si sono succeduti: si comincia nel 1987, poi l’appello nel 1990 che ribalta il verdetto di primo grado assolvendo tutti gli indagati, finché solo il 23 novembre 1995 si giunge ad una sentenza definitiva della Corte di Cassazione.

Alla fine vengono condannati all’ergastolo, quali esecutori dell’attentato, i neofascisti dei NAR Giuseppe Valerio Fioravanti e Francesca Mambro (che si sono sempre dichiarati innocenti, pur avendo apertamente rivendicato vari altri omicidi di quegli anni). Vengono invece condannati a 10 anni, per il depistaggio delle indagini, l’ex capo della loggia massonica “P2” Licio Gelli, l’ex agente del SISMI Francesco Pazienza e i due alti ufficiali Pietro Musumeci e Giuseppe Belmonte, rispettivamente generale e colonnello del servizio segreto militare (SISMI).

Nel 2007 viene poi condannato a 30 anni per l’esecuzione della strage anche Luigi Ciavardini (minorenne all’epoca dei fatti). Restano ancora ignoti i mandanti della strage. Nel 2017 è stato rinviato a giudizio per concorso nella strage di Bologna, il terrorista dei Nar Gilberto Cavallini. Nell’ambito di questo procedimento è stata richiesta una nuova perizia sui reperti della stazione ancora conservati. In questa perizia è segnalato il ritrovamento di quello che potrebbe essere l’interruttore che ha fatto esplodere la bomba. Nuovi scenari potrebbero aprirsi sulla strage del 2 agosto 1980.
Il 9 gennaio 2020 Cavallini, sulle cui spalle pesano già otto ergastoli, è stato condannato con sentenza di 1° grado, per concorso nella strage.

Il Direttore editoriale Carlo Costantini – Foto Imagoeconomica

Il Direttore Editoriale Carlo Costantini

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui