Osama Bin Laden, lo sceicco del terrore, nasce a Riad il 10 marzo 1957, diciassettesimo dei 54 figli del più ricco costruttore dell’Arabia Saudita, Muhammad Bin Laden. Cresciuto nel lusso e nell’insegnamento della cultura e della religione musulmana fedele alla Sharīa, viene mandato giovanissimo a studiare in un college dove, seguendo le orme paterne nel settore dell’edilizia, si specializza in economia e pianificazione amministrativa, diventando ingegnere civile all’Università di Gedda nel 1979.

Nel 1980 decide di lasciare la casa paterna per prendere parte alla Jihad afghana contro l’Unione Sovietica, un’esperienza che lo porta a radicalizzare il suo odio nei confronti degli Stati Uniti.

Terminata l’esperienza di guerra contro i sovietici, torna in Arabia Saudita, dove comincia a lavorare per l’azienda di costruzioni di famiglia, il “Saidi Binladen Group“. Comincia in questa fase ad unirsi alle forze che si oppongono alla monarchia regnante, la famiglia Fahd, e per questo viene espulso dal Paese.

La sua immagine diventa inconfondibile: occhi scuri, barba lunga e copricapo bianco. Alle sue spalle, in ogni video , libri e kalashnikov, diventati un simbolo della sua battaglia. Inizia una lunga stagione di attentati tra cui quello al World Trade Center (6 morti e più di mille feriti), e l’11 settembre 2001 quello alle Torri Gemelle.

La sua ultima localizzazione risale al 2001, quando l’intelligence americana e pakistana lo segnalano nella zona di Kandahar, in Afghanistan. Attraverso alcuni video il terrorista si assume la responsabilità degli attentati di Madrid nel 2044 e Londra nel 2005, scagliandosi contro i leader di mezzo mondo, tra cui Benedetto XVI e Barack Obama.

L’ultimo messaggio è del 21 gennaio 2011, in cui Bin Laden rivolge un duro avvertimento alla Francia, minacciando di uccidere alcuni ostaggi se Parigi non si ritirerà dall’Afghanistan.

Il 2 maggio 2011 il presidente degli Stati Uniti Barack Obama annuncia che Osama Bin Laden è stato ucciso da un commando americano in una località vicino ad Islamabad, dopo uno scontro a fuoco e che il corpo è stato recuperato dalle forze militari statunitensi, il corpo avvolto in una busta di plastica e caricato in elicottero. Ultimo atto, la prova del Dna attraverso due campioni di midollo prelevati dal cadavere.

articolo a cura di Franco Buttaro – Foto Imagoeconomica

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Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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